E' ormai opinione comune molto diffusa che per fare una bella foto o un bel ritratto serva una lente dalla grandissima apertura e un sensore a formato pieno che enfatizza maggiormente la ridotta profondità di campo (per i profani: sfuoca di più lo sfondo).
Vi dirò che non sono assolutamente d'accordo con questa filosofia. Fare una bella foto con uno sfondo sfuocato non è certo una prova di grande maestria. Basta prendere un bel mediotele luminoso con una apertura abbastanza ampia e mettere a fuoco correttamente. Se fare una bella foto si riducesse a questo, bhe saremmo tutti dei luminari.
L'esaltazione di questa tendenza di fare il "pastone" con lo sfondo in qualsiasi situazione sta invece portando ad un appiattimento generale dello stile. In tanti, tantissimi, vedo gli stessi scatti, la stessa gestione dello sfondo, la stessa postproduzione volta a rendere ancora più marcata questa differenza tra fuoco e sfondo.
Nel corso di questa settimana passata a fotografare in lungo e in largo mi sono reso conto di come una bella immagine vada prima di tutto vista nella propria testa e poi descritta mediante la nostra fotocamera. Esaltare unicamente il soggetto principale decontestualizzandolo (alla fine è questo che si ottiene scattando sempre ad aperture molto ampie) è una pratica che alla lunga porta noia e disinteresse nell'osservatore.
Saper gestire correttamente il diaframma e decidere quindi in che modo descrivere la scena diventa decisivo e non è un caso se i sensori più piccoli, spesso, offrono un vantaggio in questi termini, sfruttando meglio la luminosità degli obiettivi ma ottenendo maggior profondità di campo.
Guardiamo i grandi classici della fotografia, che in tanti vorremmo emulare... quanto spesso è lo stesso sfondo il co-protagonista della scena? Prendiamo un editoriale di moda (uno serio, non quella della webzine o della blogger del quotidiano locale) quanto spesso vediamo un abuso del diaframma aperto?
Ecco una gallery mista su flickr in cui ci sono parecchi esempi di foto inutili a tutta apertura (altre sono molto belline).
Invece in campo amatoriale (ma non solo, sono sempre più gli scatti di professionisti che insistono in questa direzione), nei forum, etc commenti esagerati e pacche sulle spalle per ogni, banalissimo, sfuocato anche sul soggetto più inutile o meno adatto.
In molti hanno sottovalutato l'importanza e la praticità di un sensore di qualità più piccolo del full frame, inseguendo la chimera del "Bigger is Better" salvo poi iniziare ad evolvere la propria visione in maniera differente. E' proprio dell'altro giorno un commento di un conoscente che, possessore di una D600, è rimasto di stucco dinanzi alla resa di una piccola OMD EM-10.
Non sto dicendo che tutte le foto vanno fatte con una elevata profondità di campo, o che non bisogna assolutamente usare questo tipo di effetto, ma neanche che tutto vada visto solo nel dettaglio lasciando il resto in un pastone di colori sfumato. Una foto, due foto sono piacevoli. Provate a guardarvi un servizio fotografico di matrimonio in cui la metà delle foto sono realizzate così e poi ne riparliamo.
Per un buon racconto fotografico serve il particolare, ma anche l'insieme, il tutto. Ed è più difficile gestire una scena completa collocando al posto giusto i vari protagonisti nel momento giusto che non aprire il diaframma e mettere a fuoco su ogni primo piano che ci pare vagamente interessante.
Sensore grosso e diaframma spalancato vi renderà liberi xD
RispondiEliminaHai colto nel segno...come sempre! :)
RispondiElimina@PDBzone:"Sensore grosso e diaframma spalancato vi renderà liberi"....no schiavi!:D
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