Scrivere recensioni su prodotti che implicano un coinvolgimento soggettivo, come può essere l’ascolto di un nuovo album musicale, è quantomai inutile al giorno d’oggi; per fortuna infatti i servizi di streaming che le stesse case discografiche supportano permettono di farsi un’idea precisa di un prodotti prima dell’acquisto e quindi raramente ci si ritrova insoddisfatti perché guidati solo dal parere altrui, come accadeva una ventina di anni fa dove le riviste di settore erano l’unica voce autorevole e guidavano le vendite in maniera molto più massiccia.
In ogni caso, questo disco era il mio “most wanted” di questo Gennaio: erano bastate poche note di un singolo qualche settimana fa per far scattare il pre-order dal Day One e quindi mi piace l’idea di condividere il mio entusiasmo per questo Painted Paradise con questo post.
2025 - Painted Paradise |
La premessa sulle recensioni, ovviamente, non è casuale: pochi giorni prima del lancio ufficiale (che poi è proprio oggi 24 gennaio) erano comparse on-line diverse opinioni su siti, blog, fanzine più o meno autorevoli e tutte, bene o male, concordavano sul fatto che:
- è un disco della madonna
- è suonato maledettamente bene
- è un disco della madonna
- è suonato maledettamente bene
Tutti, tranne
il “solito” sito bastian contrario italiano che, di tanto in
tanto - credo più per fare “quello contro” che altro (non
mancano episodi imbarazzanti in senso opposto come valutazioni
altisonanti a lavori mediocri) - ha bollato il disco come appena
sufficiente. Ora, sebbene i gusti personali siano sacrosanti ed è
impossibile addentrarsi oggettivamente nei gusti personali di un
redattore, credo che in casi così eclatanti di discrepanza di
opinioni sarebbe almeno opportuno avere una second opinion da parte
della medesima redazione. perché se tra un 7 e un 8 posso capire che
si possa argomentare, tra un 10 e un 6,5 di differenza ce ne passa un
po' troppa.
Fleshbore (US - Indianapolis) |
E’ anche per questo motivo che, sul mio miserello blog da poco apertosi ad altri temi, ho deciso di scrivere la mia personale ode a questo sontuoso lavoro di death metal tecnico, spietato ma musicale, che mi ha colpito fin dalle prime rullate. I Flashbore suonano infatti maledettamente moderni nelle soluzioni ritmiche e negli arrangiamenti, con un sound davvero affilato ma sempre “canticchiabile”. L’assalto frontale si interrompe spesso e volentieri per lasciare spazio alla trama di melodia che anima ogni traccia, creando un prodotto dall’impatto davvero devastante.
Gli americani suonano in maniera davvero notevole e anche la produzione è di livello molto elevato. Transcending Obscurity Records ci ha visto lungo con questi ragazzi e, a mio modesto parere, ha messo sotto contratto dei veri pezzi da novanta.
I poco più che 30 minuti scorrono fluidi e veloci e mi trovo a premere re-play più e più volte senza stancarmi mai, addentrandomi sempre nella dimensione sonora dei Fleshbore.
Anche il bellissimo artwork concorre al confezionamento di un disco che merita, con assoluto diritto, un posto nella propria collezione e di essere annoverato in futuro come riferimento di un genere in continua mutazione ed evoluzione. Per quanto mi riguarda è già un serio candidato per i migliori del 2025, anno che si apre in maniera decisamente interessante!.
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