// Il ritratto: una cosa a tre

Domenica ho tenuto uno dei miei workshop e, tra i tanti argomenti affrontati, c’è stato anche quello relativo ai protagonisti che concorrono alla riuscita di un ritratto. Sebbene la risposta più semplice (e logica) possa essere quella che vede fotografo e soggetto come gli unici indiziati, c’è da considerare una terza ed ingombrante presenza che gioca forse il ruolo più importante di tutti: lo spettatore, ossia colui che, osservando l’opera la caricherà di significato.




Ma che significa esattamente? In che senso “lo spettatore darà un significato ad un ritratto?”. Il ritratto, si per sè, è una bella “gatta da pelare” se vogliamo proprio dirla tutta, perchè ci illude di fornirci informazioni ma in realtà non dice assolutamente nulla sul soggetto ripreso. A parte i casi in cui abbiamo una conoscenza diretta del soggetto, quando si osserva un ritratto di qualcuno si sta, semplicemente, guardando una messa in scena, una fiction in tutto e per tutto.

Durante il corso ho infatti mostrato questo ritratto realizzato con Chiara, realizzato poco tempo fa, chiedendo agli spettatori “chi è questa ragazza?”. Nessuno aveva una conoscenza diretta o indiretta di Chiara, pertanto, istintivamente, ognuno ha costruito proprie supposizioni basandosi su quanto dinanzi ai propri occhi e, soprattutto, attingendo a sensazioni ed emozioni dentro sé stessi. Chiara ha così avuto molteplici interpretazioni, nessuna della quali ha tenuto conto della soluzione più ovvia: Chiara stava fingendo per me.
Tutto quello che le è stato attribuito erano semplicemente proiezioni dei partecipanti dinanzi al suo sorriso così naturale e disarmante.

Chiara 





 

Se al suo posto - esempio che ho portato – ci fosse stata una immagine di Julia Roberts, con uno dei suoi iconici sorrisi, nessuno avrebbe avuto dubbi: è Julia Roberts che sta sorridendo a richiesta del fotografo. E’ una attrice ed è naturale immaginare subito che, in sua presenza, ci si trovi dinanzi ad una fiction.
Chiara invece non è nota, non la conosceva nessuno - ma è una attrice anche lei - e allo stesso modo stava performando una parte. Escludendo qualche fortunato che ha avuto l’occasione di incontrare la Roberts di persona, abbiamo tutti una conoscenza solo indiretta della famosa attrice, sufficiente però a darci una forte spinta nella lettura di un suo ritratto; dinanzi alla rappresentazione di una persona che non conosciamo in alcun modo possiamo solo attingere alle nostre sensazioni personali, al nostro intimo e al nostro vissuto. Ed ecco che Chiara diventa l’amica, la sorella, la fidanzata, la gioia di vivere, etc etc… 



Julia (dal web)


Anche le due immagini seguenti, ritratti realizzati con Clarissa proprio in occasione del Workshop, raccontano due identità differenti senza fornire indicazioni. Clarissa è stata il nostro “strumento” per inseguire più un’ idea che una rappresentazione descrittiva del soggetto: abbiamo trovato due delle molteplici possibilità di raccontare Clarissa e che a loro volta troveranno numerose letture a seconda di chi vi poserà sopra gli occhi. Siamo molto lontani da concetti quali somiglianza, fotogenia etc. Il ritratto è quindi uno strumento narrativo che si offre ad una lettura molto più stratificata ed è interessante notare come questo tipo di interazione sia ancora maggiore man mano che scarseggino le informazioni sul soggetto. 


Clarissa

Clarissa



Questo potente schema a tre (autore – soggetto – osservatore) è quindi una struttura fondamentale e molto potente su cui costruire i propri ritratti fotografici, poichè si riesce a trascinare l’osservatore in considerazioni e fantasie assai complesse, completamente slegate dalla realtà descritta nell’immagine stessa. Gestualità, sguardo, utilizzo delle palette cromatiche e soprattutto inquadratura, sono tutti strumenti che, se usati con cognizione, possono creare suggestioni e racconti completamente diversi a seconda di chi si troverà ad osservare il nostro lavoro.



 Pratica - Workshop di Ritratto del 26 Gennaio 2025 -  Parma

Teoria -Workshop di Ritratto del 26 Gennaio 2025 -  Parma





In foto: Chiara Baccarini - Clarissa del Piano | Fotografie di Ugo Baldassarre



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