Come avete sicuramente letto, da un paio di mesi non fotografo più solamente con il mio storico brand Olympus / Om System; non vi tedierò con qualche inutile ed insulso confronto di prestazioni e files (uso entrambi i formati senza rilevare nessun tipo di differenza qualitativa significativa al momento) pertanto vorrei far vertere questo post su un’altra faccenda che pur riguarda i due differenti formati in uso.
Il sistema Micro4/3, che come il nome lascia intendere è basato su formato d’immagine in 4:3 (rapporto tra le proporzioni tra il lato lungo e quello corto della superficie del sensore), è tutt’altro che scontato; nonostante i detrattori lo indichino spesso come un formato “morto” (facendo riferimento alle compatte digitali ormai in disuso), rappresenta invece un formato estremamente versatile e comodo (sia in verticale che orizzontale) e non è certo un caso che sia largamente impiegato in ambito professionale (il sensore Medio Formato digitale ha proprio un rapporto di questo tipo).
Per quanto mi riguarda, dopo oltre 10 anni di utilizzo, ho imparato a comporre con queste proporzioni in maniera quasi istintiva, pertanto l’affiancamento di un formato molto più stretto non è stato indolore. E la cosa potrà sembrare ancora più bizzarra se si considera che sto facendo riferimento al genere fotografico del ritratto, da molti ritenuto esclusivo del formato 3:2.
Sarà solamente una questione di abitudine ma l’ariosità laterale che permette la composizione verticale in 3:4 è una vera manna permettendomi una gestione della posa e della postura completamente diversi dal formato 2:3 che risulta molto più stretto (in verticale).
Marina - Sony A6400 in formato nativo 3:2 |
Ludovica - OM1 II in formato nativo 4:3 |
La soluzione più semplice sarebbe quella di continuare a lavorare in 4:3 anche con la Sony, d’altronde il vantaggio delle mirrorless è anche quello di avere l’anteprima esatta dell’inquadrato se non fosse che questa semplicissima (e quantomai banale e ovvia) opzione sulla A6400 non c’è. Si, è proprio così, non è possibile impostare il formato 4:3 (il formato 1:1 invece si, evidentemente è più simpatico) né tanto meno attivare delle linee che permettano comunque di inquadrare correttamente in questo formato. Nonostante sia assuefatto a critiche e lamentele di ogni tipo nei confronti dei prodotti Olympus / Om System, devo dire che un’ assenza così è parecchio bizzarra (per la cronaca, l’opzione 4:3 compare solo sulla A6700 per quanto riguarda la gamma APSC).
Ludovica - OM1 II in formato 3:2 |
Ludovica - OM1 II in formato 3:2 |
Avevo tuttavia già rilevato questa mancanza in fase di documentazione pre-acquisto, pertanto ho effettuato la scelta consapevole di questa lacuna.
Come si suol dire “la necessità aguzza l’ingegno”: ho iniziato a guardare la faccenda da un’altro punto di vista e mi sto iniziando a slegare dall’idea di usare sempre una proporzione unica: capita quindi che trasformi le foto della A6400 in un più confortevole (a me) formato 4:3 o di slanciare le foto native di quest'ultimo formato nel più dinamico 3:2.
Sto pian piano iniziando ad apprezzare entrambe le soluzioni senza lasciarle relegate al formato nativo della fotocamera di provenienza, ritagliando quindi in fase di post-produzione con l’aspect ratio che preferisco e meglio si sposa con il risultato che ho in mente.
Chiara - Sony A6400 in formato 4:3 |
Giulia - Sony A6400 in formato 4:3 |
Questi due ultimi ritratti, ad esempio, realizzati nativamente in 3:2, guadagnano molto cambio di proporzioni, risultando molto più armonici e meno dispersivi.
Ecco, se qualcuno si stesse chiedendo come stesse andando questo uso parallelo di formati, questa attualmente è l’unica osservazione che mi sento di dover fare, a dimostrazione che – per fortuna – tecnicismi e confronti da bar non fanno più parte dei miei interessi da parecchio tempo.
in foto: Marina Tassulis, Ludovica Fioretti, Chiara Baccarini e Giulia Passeri
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