// Colors @ Luna Park

Potrei raccontarvi di come abbia pianificato e cercato questa serie di foto meticolosamente; di come abbia studiato il posto e la luce per poter ottenere i colori che volevo; di quanta pianificazione ci sia stata dietro questa serie. Potrei ma non lo farò, perchè non è andata proprio così.





Erano giorni che meditavo sull'andare al luna park per realizzare una piccola serie di foto ambientata in un momento di chiusura e sfruttando colori accesi, il che doveva svolgersi presumibilmente al mattino, in orario pre-apertura.



Fondamentalmente, lo ammetto, odio il luna park ma allo stesso tempo ne sono attratto. L'ho sempre considerato uno di quei posti "metafora" della vita, un luogo finto e costruito in cui con qualche spicciolo ti puoi comprare un pò di finta spensieratezza, buttare via qualche frustrazione salvo poi ripiombare a giostra finita.  








 L'immutabilità nel tempo, inoltre, è una altra caratteristica catalizzante di questo luogo: passano gli anni, i decenni, ma i luna park sono sempre gli stessi, gli stessi colori, le stesse attrazioni. Solitamente ci si stanca degli stessi giocattoli, degli stessi gadget, delle cose che provocano in noi un senso di "divertimento e svago" ma non è così se parliamo di LunaPark. Un piccolo mondo nel mondo, con le sue regole, i suoi tempi (scanditi da campanelli e improbabili jingle musicali), i suoi personaggi, e soprattutto i suoi colori.




Per me, il luna park, però, esprime il massimo del suo potenziale, del suo "essere" più profondo, quando si mostra nudo, vuoto, silenzioso. I colori ne ricordano i fasti ma la desolazione non nasconde lo stato di finzione e illusione che quel posto sa creare per poche ora salvo poi ripiegarsi su se stesso, come un attore che tolta la maschera, rivela il bluff del suo personaggio. Un pò come un clown che sorride forzatamente e ti strappa anche un sorriso di circostanza prima di uscire di scena.





In realtà, nonostante tutto questo filosofico approccio, al luna park ci sono andato alla sera, con mio figlio e mio suocero, sperando di distrarre un pò il bambino dalla routine quotidiana. E' stato un caso assolutamente imprevisto che il luna park fosse, inspiegabilmente chiuso, che proprio in quel momento il sole abbia fatto capolino con una luce perfetta, che non ci fosse nessuno a parte noi e un fotoclub un pò deluso (volevano fare scatti serali con luci in movimento). Non era però un caso che avessi con me la mia macchina fotografica, però, e questo mi ha permesso di ottenere esattamente quello che volevo nella maniera più fortuita possibile. 


Ogni tanto, un pò di sana improvvisazione, è proprio quello che ci vuole.



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