Qualche mese fa (forse anche qualcuno in più) lessi un interessante post di un "noto" (almeno per me e altri a giudicare dai seguaci) fotografo & blogger italiano in cui parlava della sindrome dell' artista di merda.
Nel suo finale di post il buon Ciccio concludeva con un "non sei ancora nella fase dell'artista di merda? Tranquillo, arriverà".
E difatti, eccola qua.
Ma di cosa stiamo parlando? :)
Innanzi tutto passatemi il termine "artista" che solitamente rinnego ma che questa volta adotto per continuità di pensiero.
La fase o sindrome dell'artista di merda è quel momento, più o meno prolungato in cui nulla sembra andare come dovrebbe andare.
Il lavoro arretrato si accumula, il lavoro nuovo è imminente, sei colto da un senso di inadeguatezza a 360°: la tua attrezzatura fa schifo, le tue foto fanno schifo, ti sembra di sprofondare sempre più nella mediocrità più profonda mentre attorno a te vedi sorgere "nuove leve" che fanno cose meravigliose, che raggiungono counter di mi piace prossimi ad una super star di Hollywood.
Che fare? Mollare tutto? Il commercialista che ti chiama e ti da notizie poco rassicuranti anche sul quel fronte è una altra sciabolata nella schiena già un pò compromessa. (solitamente questo periodo di depressione arriva sempre nel periodo dei pagamenti e delle tasse...sarà un caso?).
Innanzi tutto un ottimo consiglio è quello di concentrarsi su se stessi e non sugli altri. E' importante quello che sto facendo, non quello che penso che gli altri facciano.
Una volta ho comprato un libro sulla fotografia di matrimonio, così per trarre qualche idea. Foto meravigliose, ambientazioni da favola. Peccato che a ben vedere non c'era un solo (non uno!!!!) servizio scattato in una Chiesa, di quelle belle piccole, buie, in cui non ti puoi muovere senza far scricchiolare mezzo mondo e subire le ire del parroco. Tutti matrimoni esotici, in spiaggia, roba da film. Molto comodo fare i fenomeni così.
In effetti si tende a dimenticare che quando noi valutiamo la nostra produzione abbiamo l'attenzione focalizzata su tutto, errori e sbagli madornali compresi. Quando guardiamo il lavoro altrui, ovviamente, vediamo solo il meglio del meglio che l'altro mette in mostra. E' un pò come confrontare il proprio peggio con il meglio della concorrenza.
Senza dimenticare che probabilmente ci stiamo confrontando con qualche veterano che ha al suo seguito uno stuolo di assistenti e una tariffa forse tripla rispetto alla nostra. Insomma, facciamo confronti pari, non impari!!
Un altro buon metodo, già sperimentato con successo, è quello di fare un buon uso dei social network. Se voi foste una gelateria, mettereste nei vostri amici altre gelaterie in modo che tutti i vostri contatti possano vedere anche i loro annunci? Non credo proprio. E allora perchè i fotografi tengono gli altri fotografi tra i contatti? Non si sa. è uno dei grandi misteri dei social network. La cosa bella è che tutte le volte che nego un contatto ad un fotografo mi sento dire, " ok, però che strana politica...". Sarà strana ma vi assicuro, funziona.
Un altro campanello di allarme che deve riportare nella giusta ottica le proprie convinzioni è il fatto stesso che hai clienti. E che questi aumentano. Se le paure e i timori di cui sopra fossero motivati non ci sarebbe più richiesta per il tuo lavoro e invece no, anzi. Ti cercano anche i vecchi clienti per commissionarti qualche extra non previsto inizialmente. Buon segno.
E' una questione molto psicologica, fondamentalmente. Il succo è che tu sai cosa fai, cosa puoi fare e cosa faresti mentre non sai assolutamente nulla del resto. Vedi vetrine altrui e ti costruisci qualche falso mito demolendo la tua autostima mentre in realtà hai tutti i segnali forti per essere sulla giusta strada. Il fatto stesso che il prodotto del tuo lavoro lasci entusiasti i tuoi clienti dovrebbe da solo rendere inutile tutto quanto scritto qua sopra.
Ma essere un fotografo è anche questo. :)
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