Ieri mi sono trovato a guardare una massiccia dose di pubblicità in Tv, cosa che capita raramente perché molto raramente guardo la tv. Mi ha molto colpito e fatto riflettere, in maniera molto profonda, la pubblicità della Apple di Airplay.
C'è questo adolescente che per tutta la durata del Natale, delle chiacchiere, dei giochi, etc etc continua imperterrito ad osservare ed usare ossessivamente il proprio smartphone (un iphone, ma possiamo generalizzare tranquillamente) incurante di tutto e tutti fino al momento in cui, si scopre, tra lacrime, baci e abbracci che non stava facendo i " 'azzi sua" ma stava filmando e documentando tutto quanto attorno per poter regalare la sua visione del Natala alla sua famiglia tramite una video presentazione con tanto di montaggio strappalacrime in diretta sul tv, tramite wi fi, nel momento in cui tutta la famiglia era riunita. Ed in quel momento gli sguardi di disappunto, di rimprovero verso l'alienazione diventano sguardi commossi, divertiti, e grati per quanto condiviso.
La domanda è: ma davvero abbiamo bisogno di vivere la realtà attraverso la condivisione istantanea? Cioè pur presenti ad un evento, ad un momento abbiamo bisogno di ri-vederlo per poterlo vivere davvero?
Davvero non riusciamo più a goderci un momento se non sappiamo che potremo condividerlo con altri (spesso sconosciuti) quanto prima se non contemporaneamente proprio?
Non c'è più un evento, un concerto, un incontro in cui ci si concentra sul vivere l'emozione vera piuttosto che cercare di imbrigliarla in qualche secondo di filmato o foto e sbattere il tutto su un social network (o sul tv di casa come in questo caso). Telefonini, display luminosi, e qualsiasi altro accrocchio in grado di registrare e condividere è presente in quantità pari al numero dei presenti.
Anche i vecchi classici accendini sono spariti dai concerti. SI fa luce con i led degli schermi adesso.
Torniamo allora alla pubblicità della Apple. Ci stanno dicendo che una emozione è vera solo se riusciamo a condividerla in tempo reale? Che quelle persone si sono commosse vedendo il filmato di loro stessi e non si erano accorti di quelle emozioni mentre quei fatti accadevano?
Siamo davvero diventati così tecno-dipendenti da non vivere il presente ma riuscire a goderne solo qualche istante dopo mentre lo ri-vediamo/ri-viviamo?
Sembra che tutto debba essere fatto, eseguito perchè qualcun altro lo veda, lo commenti, e lo condivida. Altrimenti è quasi inutile farlo. Quando prima di ora si preoccupavano di far vedere quanta strada percorrevano di corsa alla sera? O quanto andavano veloci in bici? O qualsiasi altra cosa... si sta perdendo individualità nel fare quello che ci piace per compiacere un pubblico virtuale (a sua volta molto distratto... quando tutti dicono cose simili non si fa caso più a nulla).
Il potere e il compito della fotografia è sempre stato quello del riuscire a tramandare al futuro, di conservare e preservare per chi verrà o per noi stessi a distanza di anni o decenni, un momento, una emozione.
Non era mai stato necessario catturare e rivedere una emozione nel momento stesso in cui si realizzava per poterne gioire. Rivedersi da giovani, come si era,
come si vestiva, cosa si faceva, dopo 50 anni può far scendere una lacrima.
E' vero, la fotografia istantanea esiste da tantissimo ma il fine è diverso. Anche la Polaroid classica era volta al conservare il momento, non a viverlo nello stesso istante. E' come se invece di guardarci tra di noi per vedere come siamo vestiti dovessimo farci una foto e poi commentare la foto. E' a questo che stiamo arrivando (o siamo già arrivati). E quel che è ancora peggio è che nonostante questo correre, documentare, condividere il momento per riviverlo istantaneamente non c'è alcuna cura per poter preservare il tutto nel tempo. Totale controtendenza (e utilità) quindi rispetto al passato e alla concezione classica della foto/video.
E' cambiata così tanto la fotografia? E noi?
Nessun commento:
Posta un commento
Si prega di lasciare commenti riguardanti gli argomenti pubblicati. Mi riservo la facoltà di eliminare messaggi indesiderati.