Il fotografo ha bisogno di tempo. E non solo per realizzare una fotografia. Senza generalizzare troppo, posso affermare il tempo è un elemento imprescindibile per la mia continua evoluzione fotografica.
Il primo è legato a questa immagine, ben presente in tutta la città. L'avevo già fatta notare ai miei figli qualche mese fa (in occasione di un'altra campagna per lo stesso evento) e ci eravamo soffermati sull'aspetto buffo del protagonista.
Il mio “me” fotografo di qualche anno fa avrebbe commentato in maniera poco accomodante tante scelte tecniche di questa immagine eppure, troppo concentrato su aspetti “marginali “ di una immagine che, col senno di poi, non punta ad essere bella bensì utile. Ed è stato quando Marco e Michele, rientrando a casa da scuola, hanno esclamato in coro “guarda papà, c'è di nuovo il tipo strano!” ho avuto la conferma che in realtà questa immagine funziona e anche molto bene! Ogni volta che questo simpatico signore farà la sua apparizione sarà automatico comprendere che tale evento è imminente! Meglio di così?
Il fotografo di qualche anno fa, tutto attento a fare il pelo alle immagini altrui e pieno di pensieri “io l'avrei sicuramente fatta così e meglio” e altre mille considerazioni sulla stessa stregua ha fatto qualche passo avanti ed è riuscito a scindere il concetto di estetica da quello di utilità. Rallentare i proprio pensieri, frenando l'impeto di voler a tutti i costi dimostrare qualcosa si ha una visione d'insieme molto più interessante.
Insomma il tempo è stato, in entrambe le situazioni il protagonista del cambiamento del mio modo di “vedere” e “comprendere” una immagine fotografica e ho trovato molto interessante fare mente locale su questo processo che, in maniera del tutto naturale, mi fa evolvere (ma sono sicuro che funzioni un po' per tutti così).
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