// Kill the Skill

La parola d'ordine del momento storico che stiamo vivendo sembra essere “sminuire/sminuirsi”. Il web si è velocemente riempito di “contenuti” (eufemismo pazzesco vista la completa mancanza di informazioni realmente utili) realizzati nella maggior parte dei casi da “personaggi” in cerca spasmodica di qualche istante di notorietà.

Warhol parlava dei famosi 15 minuti di gloria che ognuno, a modo suo, brama nel corso della propria vita; io credo questo lasso di tempo si sia ridotto ormai a pochi secondi, il tempo di permettere di fare un “double tap” per qualche migliaio di cuoricini o click per altrettanti likes. 


Fino a qualche mese fa questa era una immagine che strappava sorrisi ...
 


Ecco quindi, a ripetizione, fino alla nausea (se hai malauguratamente espresso interesse per #fotografia) comparire video, tutorial, reels di saccenti ragazzini/e con aria da professionisti navigati che impugnando fotocamere da migliaia di euro ci svelano - rigorosamente in sole tre mosse - come ottenere il massimo dalla fotocamere, o i nuovi pseudo esperti di post-produzione digitale che fanno altrettanto usando le nuove funzioni di AI generativa o le piattaforme dedicate alla creazione di immagini sintetiche.
Io parto da un presupposto completamente diverso: credo fermamente che nel momento stesso in cui alla massa fai vedere che una qualsiasi attività non necessità più di competenza ne stai, sostanzialmente, decretando la fine.

Fino a qualche anno fa, girava un simpatico "meme" che metteva a confronto le aspettative di un cliente-tipo con la realtà dei fatti: mostrava come un classico non-addetto-ai-lavori immaginasse fosse l'interfaccia comandi di Photoshop: ebbene, adesso che invece tutti, colleghi compresi, si stanno adoperando a mostrare che si è raggiunto proprio quel pericoloso punto di non ritorno, che vantaggi si stanno ottenendo? Ora che abbiamo raggiunto quella realtà, che abbiamo fatto vedere che le funzione “cambia colore dei capelli” “fai venire le tette grosse” “aumenta i muscoli” esiste davvero e funziona proprio così', scrivendo barbaramente - tramite una stringa di testo - quello che vuoi ottenere, che vantaggio stiamo ottenendo? (ripeto).


Il concetto di valore che si applica ad una opera di ingegno è legato non solo all'idea ma anche alla capacità dell'autore di realizzarla. Se il David di Michelangelo fosse stato il risultato di una stampa in 3D avrebbe lo stesso appeal? E' la perfezione della fattezza fisica che ci lascia senza fiato o il fatto che tale risultato sia stato ottenuto in maniera completamente manuale, scalpello alla mano? L'opera attirerebbe ugualmente milioni di visitatori da tutto il mondo altrimenti? Non credo proprio, ma si potrebbe obbiettare che fino a a qualche mese era necessario almeno saperlo disegnare  e “progettare” utilizzando appositi tool (che richiedevano competenze) prima di darlo in pasto alla stampante 3D. Ma ora? Adesso che anche la fase progettuale si avvia verso la morte, lasciando spazio solo all' idea che cosa resta? Immaginare qualcosa che poi un software creerà interamente per noi e che un' altra macchina probabilmente realizzerà fisicamente sarà un sufficiente riconoscimento del “nostro” valore, della nostra arte?


Questi nuovi algoritmi “generativi” sono in grado di compilare, elaborare, creare qualsiasi cosa sia realizzabile mediante un processo. Esistono AI che sanno apprendere mediante la pratica (più fanno più imparano) altre che sanno già una quantità esagerata di cose: a seconda della loro natura possono evolvere e migliorare fino ad azzerare il gap con una mentalità umana (o ci arriveremo presto). Davvero pensiamo che qualche ambito ne resterà immune? Penso che non ci vorrà tanto che anche progetti edili meno raffinati possano essere realizzati artificialmente, o noioso pratiche legali standard che possono essere risolte con una lettera ... Quante sono le azioni ripetitive di cui necessitiamo quotidianamente e che sono il mestiere di qualcuno che ha dovuto sviluppare delle "competenze"?Forse sopravviverà qualche casta di quelle che da sempre hanno saputo preservarsi lontano dai riflettori e ben trincerate nei loro meccanismi di autodifesa, ma tutti coloro che stanno cercando la facile gloria sul web, saranno travolti da questa (pericolosa) rivoluzione.

Non è pessimismo, direi più che altro che mi sembra una inevitabile conseguenza di quello che tutti abbiamo contribuito a creare in questi anni; questa impellente necessità di sminuire le proprie competenze pubblicamente per avere una “schiera” di seguaci che solo per pochissimi rappresentano davvero un valore reale. Quanti degli “adepti” agganciati nella folle corsa ai followers si sono rivelati, alla lunga, una vera risorsa e un guadagno e quanti invece sono semplicemente diventati dei competitors che a loro volta hanno fatto altrettanto? Molti mestieri invece che preservarsi si sono svenduti creando da soli i presupposti per la propria inevitabile morte. La certezza che per fare una foto spettacolare non serve nulla altro che un tutorial di pochi minuti è ormai ben radicata nella coscienza comune e i fotografi in primis hanno contribuito a creare questo status.

Parlo del mio settore, quello fotografico (ma vedo che anche in altri ambiti la musica non cambia): sminuire, semplificare, far finta che tutto sia accessibile a tutti e in maniera sempre più rapida; cosa è rimasto delle competenze, del tempo, della capacità di dare una impronta univoca al proprio lavoro? Stiamo educando i nostri futuri clienti al grido di “guarda, è semplicissimo fare queste cose fighissime” salvo poi recriminare sul drastico crollo degli introiti e del valore che non viene più riconosciuto al lavoro fotografico.

La fotografia, per molti decenni, si è legata ad alcuni ambiti lavorativi per comodità: moda, advertising, fotografia di prodotto, fotografia di food. L'immagine fotografica è stata da sempre il modo più rapido ed economico per raggiungere un risultato visuale ma ormai è già tutto cambiato.
Sperare che questi ambiti restino inalterati è a dir poco utopico. Semplicemente, siamo già al punto non serve più nè la macchina fotografica, né il suo utilizzatore, né il grafico che si occupata poi della post, etc per determinati intenti di comunicazione visiva.
Le attuali immagini commerciali sono già in gran parte sintetiche (tantissima fotografia di prodotto è solo rendering 3D) ma perlomeno partivano da una creazione artigianale che prevedeva specifiche competenze.

Ormai non ce ne sarà più bisogno: chiunque, da solo, può creare qualsiasi tipo di immagine sofisticata digitando la propria idea e scegliendo, come nei più banali quiz a risposta multipla, la direzione da prendere.

E nonostante tutto questo mi appaia abbastanza chiaro e allarmante, vedo "colleghi" che con entusiasmo continuano ad urlare ai proprio funclub: - Ehi, guarda come è diventato facile adesso fare quello per cui prima avevo bisogno di chiederti dei soldi!!” - Davvero una bella mossa non c'è che dire.

Da un lato, insomma, la necessità di un continuo flusso di contenuti da dare in pasto alle proprie schiere di seguaci, creati sulla scia delle mode del momento e che portano quasi ad un pericoloso ridimensionamento (diciamo pure  "ridicolizzazione") delle proprie professioni considerando anche il modo in cui questi contenuti vengono proposti, a metà tra il gioco e lo scherzo; dall'altro la promozione di software praticamente autonomi nel fare quello che prima necessitava di capacità e competenze specifiche. Il mix, micidiale, è la percezione assai diffusa che ormai non serve più pagare qualcuno capace di fare qualcosa: se prima, per molti, era solo una sensazione ormai è sempre più radicata come certezza.



p.s. non ho volutamente includere immagini o video in questo post. il web è pieno di zeppo ormai di "contenuti". Sono già contento se qualcuno mi ha seguito fin qui in questo sfogo :)

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