// Diario di Viaggio

“Che fortuna... due settimane di vacanza al Sud... lì andranno già al mare in questa stagione!!”. Si, certo, come no.
Martedì siamo partiti in direzione mare con un tempo che potremmo ottimisticamente definire “pericoloso” ma carichi di buona volontà e speranza. Conclusione: ritirata in cinque minuti causa tormenta di neve! Poi sole, poi pioggia, poi ancora neve, poi sole... e un vento... un vento maledetto che non si può descrivere. Nevicava in orizzontale, praticamente!
 

Scatta il piano B. Direzione Lago di San Giuliano (un bacino artificiale nei pressi di Matera, meta storica di scappatelle, pic nic, pasquette, fugoni etc etc). Per fortuna, nonostante il freddo e il vento qualche raggio di sole ha regalato dei bellissimi scorci di paesaggio e bellissimi colori lacustri (credo di non aver mai visto delle onde così in un laghetto, ma questa è una altra storia).
 
Il giorno successivo, mercoledì, il meteo sembrava, osservando da dietro le finiestre, decisamente migliorato: era giunto il momento di una vera gita. Partiamo in direzione Locorotondo con seconda tappa in quel di Polignano a Mare. La giornata era decisamente migliore, come da previsioni, peccato che il vento era quasi insopportabile. Non ho mai provato la Bora, ma me la immagino molto simile ad una cosa del genere.

 
Locorotondo si conferma deliziosa meta turistica. Una piccola perla di ordine, pulizia, splendidi vicoli che si intrecciano in un labirinto di casette adornate di piante e fiori ad ogni angolo. Regnano pace, ordine e silenzio e una veduta mozzafiato sulla valle sottostante. Anche il pranzo, in una deliziosa trattoria locale non è stato da meno. Nella piccola Locorotondo sanno come accogliere un turista.


Polignano a Mare è una altra perla della Puglia. Affaccia sul mare da una alta scogliera e offre meravigliosi scorci a strapiombo sulla costa. Passeggiando tra le vie del centro storico si incontrano spesso queste piccole “terrazze” con vsita mare e lo spettacolo è davvero suggestivo.
Sarebbe un bellissimo borgo anche senza il mare, figuriamoci con quel panorama. Diversamente da Locorotondo la colorazione del paesaggio urbano è meno uniforme, ma non per questo l'esplorazione è meno gradevole. L'unico, grosso, vero problema è stato il vento: se nella prima tappa era stato sopportabile, qui era quasi ingestibile. Soprattutto sui belvedere e nella grossa piazza sul mare il vento sferzava con violenza sui nostri volti fino a togliere il fiato. Ad un certo punto abbiamo visto il nostro passeggino di Michele letteralmente volare via (vuoto, ovviamente eheh) e abbiamo iniziato a valutare l'idea di accorciare la nostra permanenza.
Prima di andare via sono voluto ritornare in un bar dove ero stato lo scorso anno. Ricordavo esattamente dove si trovasse e non ci è stato difficile raggiungerlo, visto anche che il tragitto ci ha regalato altri scorci memorabili del paese e della costa (provate a convincermi che non è vero che trattare bene il cliente sia la cosa più importante!). Il Clipper Bar sembra un po' la cambusa di un peschereccio, un po' grezzo, un po' disordinato, ma il bancone non mente!! Che dolci ragazzi, e che caffè! Nessuno avrebbe potuto impedirmi di ri-assaggiare quel delizioso “pasticciotto” e infatti così è stato. Dopo la merenda siamo tornati verso casa, abbastanza infreddoliti ma soddisfatti per la prima, vera, giornata a zonzo di questo viaggio.

 
 
 
 
Giovedì è stato dedicato alla carne. No, nessun sacrificio umano, ma se siete vegetariani o vegani non fatevi vedere nella zona di Santeramo in Colle-Laterza, credo che il termine non sia neanche noto da queste parti.
Una delle caratteristiche distintive di questi due posti è proprio la grande produzione e consumo di carne, cucinata direttamente in “bracerie” attrezzate a piccoli ristorantini: si mangia molto, si mangia benissimo e si spende pochissimo. Andare a mangiare la carne a Santeramo è ormai un rito, ma siccome vige il motto che più si è, meglio è abbiamo radunato le truppe di parenti e cuginetti e abbiamo fatto una bella combriccola.
Nel pomeriggio, in attesa della serata mangereccia siamo stati a Santeramo, città natale di mio padre. Il mattino, invece, me lo sono preso di libera uscita. Visto il tempo un po' incerto, ho preso su la mia Fuji (a proposito, penso che il prossimo post sarà dedicato solo a lei, mia unica compagna di viaggio in questi giorni) e sono andato a farmi un giretto in solitaria nei Sassi e nel centro (è stato in questa occasione che si è consumata la tragedia dei fotografi di cui dovreste già aver letto). Passeggiare da solo nei Sassi è sempre una esperienza rilassante e meditativa. La luce cambia così rapidamente che ogni scorcio, ogni angolo prende un significato e un aspetto completamente diverso ad ogni passo: bisogna davvero eseere rapidi ed attenti osservatori per poter cogliere alcune piccole sfumature. Fare fotografie nella vecchia Matera è una ottima scuola per imparare a gestire al meglio la luce.

 
Venerdì siamo stati un po' incerti sul da farsi. Il pomeriggio volevamo andare nella zona dei calanchi lucani, verso Aliano, ma impegnare tutta la giornata in questa missione era troppo e così al mattino siamo ri-discesi nella città vecchia da una entrata però, che non avevo mai visto. Un punto di vista completamente differente sulla “gravina” e nuovi bellissimi scorci dei Sassi hanno reso la mattinata davvero suggestiva.
Subito dopo pranzo siamo partiti alla volta di Aliano, un piccolo, piccolissimo paese, nell'entroterra, reso famoso dal soggiorno forzato di Carlo Levi quando vi fu esiliato. Cristo si è fermato ad Eboli, il titolo del libro di Levi è un classico della letteratura italiana e una pietra miliare per quanto riguarda la comprensione della storia del dopoguerra di queste zone.




 
Sito su un crinale e circondato da suggestivi calanchi, Aliano è un piccolissimo paese di poche centinaia di anime con una età media prossima ad una casa di riposo. É una stessa abitante del posto, molto simpatica e loquace che definisce il paese “ un ospizio e cielo aperto” e scherza dicendo che “qui, anche volendo, non potresti neanche avere una amante per una scappatella”. Eravamo stati ad Aliani già lo scorso anno, ma né mia madre, né mia moglie lo avevano visto e così sono tornato. Nonostante il “nulla” generale Aliano ci è piaciuta molto: la gente affabile e pronta ad aprirsi (un simpatico vecchietto ci ha raccontato vita morte e miracoli del paese e della sua famiglia fino ai nipoti di primo grado), panorama mozzafiato, e in generale un ottimo clima di pace e tranquillità, Anche Michele ha gradito molto, scorrazzando in lungo e largo per il paese praticamente senza auto. Parafrasando un noto film, Aliano “ è un paese per vecchi”, ma è molto bello cos', aggiungerei. La serata ci ha regalato un cielo stellato incredibile e limpido, ma eravamo tutti molto stanchi per uscire a godercelo Spero di non dovermene pentire.
Ah, si, quasi dimenticavo. Ritornando a casa, subito nei pressi di Aliano, ci siamo imbattuti in un piccolo borgo abbandonato, tutto da esplorare... chissà, chissà :D
[fine prima parte]

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