" Il diaframma: sistema usato per mettere a fuoco i bambini. Se andate in Kenia e in seguito vi nasce un figlio troppo scuso significa che il diaframma era troppo aperto. In Kenia, in caso, usate il flash"
cit. Giobbe Covatta
Inizio divertente per portare subito alla luce un fatto. Attorno al diaframma c'è molta confusione: cosa è, cosa fa, che implicazioni ha sulla nostra immagine.
Come si intuisce dal cappello, inoltre, esistono vari tipo di diaframma, non tutti relativi alla fotografia, vediamo quindi di focalizzare l' attenzione su quello che davvero ci interessa.
il termine diaframma deriva del greco dià-fragma e significa "attraverso una chiusura". Il diaframma è infatti una specie di valvola, posta all'interno del nostro obiettivo che regola il passaggio della luce
Ma perchè è così importante e perchè sento il bisogno di parlarvene?
Semplice. Per rispondere alla prima domanda basta dire che attraverso una corretta gestione del diframma è possibile dare più o meno significato alle nostre foto; per quanto riguarda il secondo quesito la risposta è semplice: da qui in avanti ci saranno dei concetti che vorrei fossero chiari ed univoci per tutti, in modo da poter parlare una lingua comprensibile a tutti.
La funzione principale che ha il diaframma, abbiamo detto, è quella di far passare la luce. La quantità di luce che un diaframma può far passare si esprime in f/stop, valori fratti che quindi decrescono all'aumentare del denominatore. Es. F/4 è più scuro di F/2,8.
La scala dei valori di F o di luminosità è la seguente:
1 - 1,4 - 2 - 2,8 - 4 -5,6 -8 - 11 -16 ...
Tra uno stop e l'altro la quantità di luce di dimezza. Immaginate il vostro obiettivo come un tubo: il suo diametro è il vostro diaframma. variando il diametro possiamo aumentare o diminuire la quantità di acqua che passa (non sto parlando di portata, per i più attenti).
Contemporaneamente a questa funzione il diaframma incide direttamente sul controllo della profondità di campo (pdc) della nostra scena. In pratica, più luce possiamo gestire, più zone di fuori fuoco possiamo avere nella nostra immagine ed ottenere, quindi, quell'effetto sfumato dello sfondo che tanto piace in alcune situazioni (e sottolineo ALCUNE situazioni).
Se ne deduce quindi che oltre a decidere quanta luce fare entrare in base ad esigenze fisiche di illuminazione c'è da fare anche una precisa scelta stilistica utilizzando un dato valore di diaframma piuttosto che un altro.
La possibilità di poter contare su obiettivi molto luminosi aumenta questo tipo di possibilità, ma non facciamoci trarre in inganno, perchè obiettivo luminoso non significa obiettivo per far foto di notte proprio perchè utilizzando il diaframma troppo aperto andiamo a perdere di "zona di fuoco".
Poichè la gestione della quantità di luce è materia che merita un discorso molto lungo a partire dall'esposizione e i concetti base della fotografia, basterà dire che prendere confidenza con l'uso del diaframma diventa quasi irrinunciabile se si vuol dare personalità alle proprie foto.
Se la vostra fotocamera lo permette, iniziate ad utilizzare la modalità Av o A (che dir si voglia) che mette sotto il vostro diretto controllo il diaframma lasciando il resto delle regolazioni in automatico. In questo modo è facile fare qualche prova per capire come varia la pdc e che influenze ha questa sulla nostra immagine.
Sulla PDC ci torneremo ancora e ancora visto che non dipendente unicamente dall'uso del diaframma.
Se vi interessa approfondire maggiormente concetti base, trovare stimoli per usare la vostra macchina fotografica, conoscere altri appassionati come voi,continuate a seguire il blog e partecipate ai vari corsi ed iniziative che saranno lanciati nell'arco del prossimo anno.
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