// Il Photoeditor e il Fotografo nelle immagini di moda.


Nella uggiosa domenica appena trascorsa, nella vana di speranza di trovare qualcosa in TV (una delle rare volte che l'accendo) per poter trascorrere parte del pomeriggio privo di pensieri, mi sono imbattuto in un bellissimo speciale sul canale de La Feltrinelli che propone in questo periodo un ciclo di film/documentari sul ruolo della donna nella storia della moda/bellezza. 
Ieri si parlava di Vogue, e dei suoi photoeditor (tutte donne) più importanti nel corso dei decenni.

(archivio Vogue)


Una cosa è apparsa chiara sin da subito, e dovrebbe iniziare ad entrare nella testa di tanti che si professano fotografi artisti della moda: è il photoeditor che fa la foto. Non è lui/lei (tutte lei per la verità nel caso di questo speciale) a premere il tasto di scatto ma è sicuramente lui a "creare" lo scatto. E' il photoeditor che decide, impronta, sceglie, cura ogni dettaglio della scena prima ancora che il fotografo possa dire o fare qualcosa. E' il suo progetto, la sua immagine che si va a realizzare.

Vogue ha visto passare, e continua su questa strada, tra le sue fila i migliori talenti del mondo, in ogni ramo, ognuno con una propria visione del mondo della moda, con la sua idea di come moda e vita reale si debbano fondere assieme, di come muovere e creare le tendenze per gli anni a venire.
Sono le persone che con la loro "visione" hanno creato alcuni dei "costumi" della società moderna, che hanno saputo vedere oltre e prima degli altri.
Persone che la moda l'han vissuta, studiata, amata e ancora oggi continuano a mettersi in gioco mese dopo mese, numero dopo numero, portando aventi questo lungo percorso, tra ammirazione e, a volte, anche critiche da parte del pubblico più tradizionalista.

E il fotografo quindi? Il fotografo fa parte del gruppo di lavoro, si occupa dei "prendere" l'immagine nel miglior modo possibile. Si occupa di creare o scegliere la luce giusta, di riprendere al meglio il soggetto e far risaltare meglio la qualità delle stoffe o dei vestiti, inquadrare nel modo corretto i soggetti. Pensate sia poco? Non lo è. Le foto dei grandi fotografi portano la inequivocabilmente la loro "firma" solo per questi fattori.
Si parla di gente come Richard Avedon, Steven Klein, Patrick Demarchelier, Peter Lindbergh non certo fotografi alle prime armi.


(Irving Penn per Vogue -1995)

Quella che mi ha impressionato di più è stata la photoeditor che si occupava di singole immagini. Mentre tutte le altre seguivano degli editoriali dalla A alla Z, lei doveva creare una singola immagine di grandissimo impatto, volta per volta, che focalizzasse l'attenzione del lettore su quell'articolo. Non facile. Lavorare su più immagini e situazioni è una cosa, su una unica, potente immagine, è un lavoro che necessità di tanta tantissima competenza, conoscenza di vari ambiti della comunicazione etc etc. La cura dei dettagli maniacale, dalla scelta della bocca giusta (nell'esempio postato) alla modella che avesse il "fegato" per farlo, alla tipologia di ape da usare, etc etc.

Mi ha molto colpito anche come venisse dato grande risalto al ruolo della modella in immagini in cui non era neanche vagamente riconoscibile. Ne consiglierei la visione soprattutto a quelle ragazze che pensano che avere un bel viso o un bel corpo sia la chiave del successo per il mondo della moda.

Ve la sentite di posare nude avvinghiate da un pitone gigante? Di farvi fotografare solo la bocca mentre tenete un' ape sulla bocca semiaperta con il vostro rossetto rosso fuoco in bella mostra? O ancora di farvi un pomeriggio di scatti mentre vi rovesciano litri e litri di panna liquida in faccia? Per una foto memorabile serve questo e molto altro. E ai tempi, photoshop non si sapeva ancora cosa fosse, visto che si parla di anni e anni fa. Nessuna lamentela, nessuna richiesta di smagrimento, il proprio ruolo, nel gruppo, per la riuscita del progetto assieme ad altri professionisti. 

Non c'è fotografia di moda senza editor, senza fotografo, senza makeup, senza tutti quei professionisti per mettere in sicurezza situazioni a rischio, etc etc etc.




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