Come ogni nuova uscita (trimestrale o quadrimestrale addirittura, non ricordo) faccio mio il nuovo numero di Zoom, rivista-portfolio di pregio in cui vengono presentati lavori di fotografi emergenti ed affermati da ormai diverse decadi. Da un paio di annetti, più o meno la formula è cambiata e ogni volume è più un libro vero e proprio che una rivista, affrontando di volta in volta un tema visivo diverso. A questo giro tocca a giovani talenti under 30.
Sfogliando rapidamente il volume torna alla mente un concetto che ormai ho fatto mio da diverso tempo, cioè che esistono due grandi tipi di Fotografia: quella che fai con la macchina fotografica vivendo il momento e le emozioni esteriori, e quella che fai con la mente, vivendo emozioni interiori.
Ugo B. (2013)
Inutile dire a quale delle due frange io mi senta più vicino. La magia della fotografia sta proprio nella sua capacità di trasmettere qualcosa che è stato visto, che è avvenuto, donandogli l'immortalità nel tempo. La fotografia si nutre di eventi, istanti, fatti (piccoli o grandi) che si stanno svolgendo dinanzi agli occhi del fotografo che quindi è presente e partecipe nella realtà che descrive.
L'altra, quella concettuale che viene proposta nello stesso volume di cui dicevo prima, è una fotografia che esula dallo spazio e dal tempo e che trova un punto di contatto con l'altra per il solo fatto che tra i tanti mezzi utilizzati c'è anche una macchina fotografica. Per ammissione stessa di uno degli autori le sue opere a volte includono immagini prese da stock, montate, manipolate e piegate al suo utilizzo. Nulla di male (anzi, anche invidia per certe capacità non in mio possesso).
Ma cosa c'è di Fotografia in questo? Non capisco perchè si continui a mescolare indistintamente arti visive così lontane tra loro. Nessuno scambia un pittore per un fotografo, anche se la sua arte è talmente perfetta, e non si capisce perchè un "collagista" digitale sia accumunato più ad un fotografo che non ad un grafico o un pittore digitale.
Trovo infatti i due processi creativi talmente lontani...
La Fotografia, per come la intendo io, deve nascere da una osservazione del reale che ci circonda. Ma non solo. Non è questa l'unica condizione necessaria affinchè possa esistere. Osservazione e realizzazione devono procedere di pari passo. Visione e racconto. Presenza e carattere. Raccontare fotograficamente qualcosa significa essere lì, un pò come fare una cronaca di un evento. La materia del racconto può essere la più svariata, ma deve aver origine nel reale (in uno spazio e in un tempo esistenti). Fotografare una realtà oggettiva non significa che ci si debba occupare per forza di reportage, giornalismo, etc. Avere il reale e il quotidiano come materia prima può essere benissimo spunto per trovare paralleli, situazioni, visioni riferibili a concetti più intimi e personali. Astrattismo, metafisica, minimalismo etc etc C'è tutto nel reale, va solo cercato, trovato e fotografato.
Creare a posteriori situazioni elaborate dalla nostra memoria, dal nostro Io è un pò come scrivere un romanzo invece. Ci si può prendere il tempo, gli spunti, e tutto quello che ci serve senza fretta.
La Fotografia, insomma, qualsiasi messaggio voglia veicolare, deve, a mio avviso, vivere del momento.
Quando ad esempio ho scatto la foto di apertura di questo post (che già avevo proposto settimane fa) non ho avuto esitazioni. Nella mia mente si era già formata questa immagine di questo specie di "trampolino" che dava la possibilità di fare un salto nel cielo blu, tra le nuvole. Quella del cielo blu e le nuvole era una ossessione che mi portavo dietro da alcuni giorni e vedere questo "fotogramma" pronto per essere preso ha solo concluso una mia personale visione. L'immagine risolve da sola il concetto che avevo in testa ed è reale. Era lì. Dovevo solo vederla e fotografarla.
Avrei potuto esasperare il concetto, aggiungerci un tuffatore magari nell'atto di eseguire una capriola nel volo.. sarebbe stata spettacolare, ma non sarebbe stata reale. E il messaggio sarebbe stato lo stesso. "un salto tra le nuvole". Ed ecco che secondo me la realtà offre sufficiente spunti per raccontare anche l'emotivo. E' questa ricerca che deve essere a mio parere il motore della Fotografia.
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