// Evoluzione fotografica e tecnologia applicata alle idee

Ogni tanto mi soffermo un pò a pensare a quanto rapidamente sia cambiata la possibilità di fare fotografie negli ultimi anni. Tranquilli, non partirò con il solito sermone del "ah, ai tempi della pellicola sì che si faceva fotografia...." oppure "il digitale ha reso tutto facile...".
Già rispetto ai primi passi del digitale le possibilità offerte dalle attuali tecnologie fanno sembrare quel periodo (10 anni fa circa) come preistoria. Parliamoci chiaro, ormai è possibile fotografare ovunque e in qualsiasi condizioni di luce con oggetti che stanno quasi in tasca!

Questo dovrebbe essere un motivo di eccitazione generale e di grande spinta a realizzare belle immagini con il minor rischio di fallimento. Eppure non è così.
Le stesse persone che hanno trovato la spinta, l'interesse e la voglia di fotografare proprio perchè aiutati e semplificati dal digitale, adesso rinnegano ulteriore evoluzione e semplificazione.

Live View è una delle recenti comodità che spesso fa inorridire i più...
(fonte immagine: Google - www.digitaltrends.com)



Penso che sia una fase di transizione riguardante un pò tutti quella del ritenersi bravi e capaci (e quindi fotografi) solo utilizzando sempre la macchina fotografica in  modalità manuale completa e rinnegando ogni automatismo.
Una sorta di negazione della tecnologia a favore della propria competenza tecnica, di rinnego per quegli aiuti che, altrimenti, ci farebbero quasi sembrare incapaci o limitati nel cogliere le nostre foto.
Ci si passa un pò tutti, credo. Il problema è che molti restano intrappolati in questo limbo e non si evolvono mai più. 
Avete mai visto i fotografi professionisti di altissimo livello al lavoro in studio? Non la impugnano quasi neanche più la macchina fotografica. Si dedicano alle luci, alla gestione del soggetto e, poi ogni tanto fanno fare click tramite comando remoto/wireless/battito di mani etc. Sentirsi fotografi solo nell'atto di impugnare e smanettare sulla propria macchinina è un errore.

Se lo scopo principale di una immagine è il racconto, perchè questo non può essere aiutato dalle semplificazioni tecnologiche? Fa differenza forse se uno scrittore utilizzi il correttore automatico di word (o meno) mentre digita i suoi pensieri? Non credo (e soprattutto a nessuno interessa sapere se lo ha usato o no) ma sicuramente dedica più energie al concetto stesso che non all'atto pratico. Allo stesso modo a qualcuno interesserà che ci siamo avvalsi di una lettura TTL invece che usare il flash in manuale? (Non dovrebbe in effetti anche se il web è pieno di sapientoni e bacchettoni...)

Ora già vi vedo, con le armi puntate pronti a far fuoco per la blasfemia appena detta. Ma permettetemi di completare il mio pensiero prima di trarre conclusioni affrettate.

Gli automatismi  e i vari programmi di esposizione sono evitati come la peste perché si presume che la macchina faccia quello che vuole e lo faccia anche male. Questo è vero ma solo in parte... 
Io sto partendo dal presupposto che si debba conoscere benissimo la teoria del come si espone una foto, i concetti di profondità di campo, mosso, etc etc.
Nel momento stesso in cui so cosa voglio fare e anche come reagisce la mia attrezzatura in determinate circostanze, sono sicuramente anche capace di lasciare un pò di compiti al suo cervellino elettronico iperpotente, no? 

La maggior parte delle volte riteniamo i risultati degli automatismi scarsi perchè semplicemente speriamo che di loro facciano tutto. Un pò come se potessimo impostare il Bimby senza inserire alcun programma, impostare alcun timer etc etc. Ci buttiamo dentro gli ingredienti e lui deve fare quello che voglio e come lo voglio! (quando lo inventeranno qualcuno mi avvisi !!)
Io (generico), in quanto utilizzatore cosciente che da anni si diletta ai fornelli, so che programma di cottura utilizzare in quella situazione, che tempo di cottura impostare etc etc. DEVO metterci "del mio", nonostante questo strumento sia considerato comodissimo e fondamentale per ogni cuoco/a domestico/a perchè "fa tutto lui". 
Eppure devo dirgli io cosa fare. E' proprio questo il punto. Lui fa il lavoro sporco, noi diamo qualche suggerimento su come lo deve fare.

Se l'esperienza mi ha insegnato già come funziona l'esposizione in presenza di neve, o in altre situazioni di illuminazione critica (e di come l'automatismo base tenda a sbagliare) forse sono già in grado di compensare l'esposizione o impostare l'esposimetro su una modalità differente di lettura della luce, no? 

Queste accortezze le posso attuare e applicare, però, solo dopo un attento e intensivo uso della mia attrezzatura in modalità manuale. Nel momento in cui so, posso sicuramente liberarmi di qualche compito a favore del messaggio da trasmettere e della composizione dell'immagine.
Esattamente come l'esperienza tra i fornelli mi avrà suggerito i migliori ingredienti, tempi di cottura, e quantità da utilizzare per la mia ricetta, allo stesso modo potrò applicare le mie conoscenze al mio mezzo fotografico.
Se riesco a delegare qualche compito alla macchina non avrò più tempo per dedicarmi al messaggio/prodotto stesso?
Perchè ad esempio ostinarsi ad usare la modalità M quando devo farmi 2 ore di  foto in cui la mia unica necessità è variare la PDC? non è meglio impostare correttamente l'esposimetro, e gestire solo il diaframma (magari lasciando anche gli iso in automatico in un determinato range?). Se conosco i limiti del mio strumento, so anche come aggirarli o limitare i danni semplificandomi la vita.

A volte ho l'impressione che si continui a dedicare troppo tempo alla "chiacchiera" e poco alla sostanza. La tecnologia DEVE essere sfruttata per migliorare la nostra attività (hobbistica o professionale che sia). Se il mirino elettronico mi consente di sgravarmi di tanti problemi e mi permette di fotografare con meno problematiche di inquadratura ben venga!!!
Se con una macchina fotografica che pesa la metà riesco a fare le stesse cose che 5 anni fa facevo con un "carrarmato" ben venga!

Conoscere le basi della matematica è fondamentale per un ingegnere, ma non è più forse più comodo poi dedicarsi alla progettazione vera e propria e lasciare i calcoli ai software vari? Perché il ragionamento è quello identico.
La nostra materia è la luce, non lo strumento che utilizziamo per catturarla. Siamo narratori, inseguiamo contenuti. Il mezzo deve essere soggiogato alla nostra massima comodità e sfruttato come meglio possibile in tutte le sue possibilità.

Detto questo  non temete, non concepirò mai il fotografo che inizia a fotografare in automatico e non si evolve da quella situazione. Non è quello che ho detto, e non lo dirò mai. 
Usiamo, insomma, le tecnologie e le comodità per dare spazio alle idee, non come pretesto per saltare a più pari un pò di divertente e basilare formazione fotografica.

2 commenti:

  1. un post da incorniciare! Perfetto e assolutamente condivisibile!

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  2. Ancora un gran bel post.....condivisibile in toto! Io per esempio non riuscire più a fare a meno del mirino elettronico...

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