\\ Musica - Attesi ritorni e grandi conferme

Il primo post a tema musicale del blog lo dedico ai grandi attesi di questo 2024, che si sta rivelando un anno estremamente interessante e ricco di conferme per gli amanti di certe sonorità estreme (come il sottoscritto). C'erano diverse uscite “hot” che mi ero segnato sul calendario; ve ne parlo velocemente. 



Ad Aprile hanno aperto le danze i nostrani Hour of Penance e, con l'occasione, ho approfittato per completare la lodo discografia. Devotion, anticipato da diversi singoli che NON ho voluto ascoltare in anteprima, è stato esattamente quello che doveva essere il nuovo HoP, ossia una “mazzata”senza tregua, costruita si quel filo di orecchiabilità che basta per costruire una struttura memorizzabile tra riffs e batteria martellanti. Una granitica conferma di come il gruppo italiano meriti senza dubbio il podio mondiale nel genere proposto, almeno per questo 2024. 



Archiviato Devotion, le mie attenzioni si sono spostate sulla nuova versione di Schizophrenia, nuova registrazione del classico Sepultura, ad opera dei fratelli Cavalera sotto il medesimo nome.
I Cavalera (Cospiracy) ridanno alla luce uno dei loro album più importanti, regalandogli – finalmente – il giusto lustro e potenza sonora che merita. Se è vero che queste operazioni stanno diventando un po' troppo diffuse (e spesso superflue data la bontà dei dischi originali), è anche vero che alcuni lavori – come questo – non eprimevano il loro pieno potenziale per motivi tecnici e di budget: sentire suonare quewti vecchi pezzi come dio comanda è davvero una goduria. Per me, promosso, artwork compreso! 







Per fine estate c'erano due “big things” in arrivo: Dark Tranquillity e Fleshgod Apocalypse. Generi diversi, ma hype alto per entrambi, almeno per il sottoscritto. In enrambi i casi, ancora una volta, mi sono guardato bene dal rovinarmi la sorpresa di un ascolto completo e ho snobbato i numerosi singoli rilasciati nei mesi precedenti (è dura, ma la tendenza a far sentire molto in anteprima rovina tanto l'esperienza finale a mio parere, come era successo un paio di anni fa con l'ultimo dei Machine Head). Grandioso l'impatto di Opera, nuovo lavoro dei Fleshgod, che riparte dalle parti più sinfoniche di Veleno per costruire un nuovo corso per la band italiana, ormai portabandiera del metal estremo italiano nel mondo (mai copertina fu più azzeccata), merito anche del prestigioso contratto con la Nuclear Blast che garantisce loro visibilità mondiale. Forse Veleno resta un grandino sopra per varietà ma è indubbio che i ragazzi hanno fatto un capolavoro che non sarà dimenticato facilmente.
Sul nuovo Dark Tranuilliy – Endtime Signals – non mi sono ancora fatto una vera opinione. E' un dsco di ottima fattura, che suona benissimo e scivola via senza intoppi. Non mi ha lasciato quel senso di “wow” che in passato accompagnava le release dei DT, ma è anche vero che ormai, sono diversi anni che l'effetto sorpresa è andato a farsi benedire. Endtime suona esattamente come dovrebbe suonare, senza rischi e senza particolari evoluzioni, esattamente quello che ci si aspettava dal nuovo disco dei Dark Tranquillity che hanno ormai trovato da anni la ricetta per mescolare melodia e potenza in maniera pressoché perfetta.




Ultimo grande atteso di questo 2024 (salvo annunci imminenti) è il nuovo Opeth, annunciato a sorpresa da un singolo in piena estate che ha creato moltissimo interesse. Questa volta, visti i commenti e il polverone sollevatosi, il pezzo l'ho ascoltato e ho capito il motivo di tale agitazione: dopo la svolta musicale degli ultimi 3-4 lavori, gli Opeth sono andati a ripescare nelle loro vecchie sonorità (compreso il cantato growl!) per un mix che si preannuncia almeno molto coraggioso ed interessante. Sono ormai diversi anni che la band ha abbandonato la sua etichetta di gruppo metal, diventando una creatura dalle mille forme ma devo ammettere che non riesco a non sostenere questa loro scelta, per quanto a molti possa sembrare assurda. Per chi segue un estro creativo, farsi imbrigliare nelle richieste del pubblico e non seguire la propria evoluzione può essere davvero distruttvo a livello personale, pertanto ho imparato a non giudicare questo tipo di scelte. Sicuramente non vedo l'ora di ascoltare (e preordinare) il nuovo The Last Will and Testament, e nel frattempo ho recuperato anche In Cauda Veneum, unica mancanza nella discografia Opeth nella mia collezione. Tra un mesetto ne sapremo di più.

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