// La festa della Bruna - Matera 2015

Per Matera, quella del 2 luglio, è la data più importante dell'anno. Non c'è evento o festa che possa competere in alcun modo con la festa patronale della Madonna della Bruna. E' per l'intera città la giornata più lunga ed impegnativa, punto di arrivo di quasi 365 giorni di preparazione: non è esagerato dire che è il motore della città stessa.
Tra il sacro e il profano, situazioni quasi surreali e momenti di alta tensione, la festa si snoda dalle prime luci dell'alba fino ad oltre la mezzanotte.






Era dal 1997 che non vedevo “la bruna” e questo anno mi sono deciso a partecipare, nuovamente, al delirio di una intera città e paesi limitrofi.
Già dal giorno precedente c'era un pò di movimento, con qualche prova di sfilata e primi curiosi in giro.











Nonostante il carattere ormai internazionale della città di Matera, la festa è per i materani. Poco è pensato in virtù di turisti esterni, ad iniziare dal programma abbastanza articolato e dilatato nel corso della giornata, per finire ad una vera e propria mancanza di “tipicità” locale del contorno (bancarelle di robaccia cinese e punti di ristoro di dubbia igiene degni dei “migliori” luna park ad ogni  metro, mentre grande assente l'artigianato locale e prodotti tipici alimentari.









2 Luglio. Inizia la giornata più lunga. In questa avventura ho coinvolto un mio caro amico che è venuto a godersi, e a fotografare, tutto l'evento. Aabbiamo deciso di muoverci sempre a piedi, per evitare gli ingorghi ed il caos... i km macinati in queste 48 ore non si possono contare.
Alle prime luci dell'alba si svolge la solenne messa all'aperto in piazza S. Francesco al cui termine si dà inizio alla così detta “processione dei pastori”.
Per comprendere l'entità della partecipazione popolare lascerò parlare le immagini, conquistate con una levataccia mattutina non indifferente, che ha fatto più danni del jet-lag sul nostro "orologio biologico".



Il gruppo promiscuo di credenti e giovani reduci dall'after festaiolo della sera prima (diverse migliaia di unità in tutto) accompagnano l'emblema della santa e una piccola (molto piccola) delegazione di pastori (finti, in abiti tradizionali) con qualche animale a seguito, a ritmo di fanfare in un percorso che si noda tra la città alta e quasi tutti i Sassi. Tra pause di preghiera, incitazioni alla santa da stadio, spari di petardi e fumogeni, c'è di che vedere e fotografare. Sacro e Profano.













In pochi minuti la processione prende il via e lì dove si svolgeva la messa non resta più nessuno. Migliaia di persone si riversano lungo il percorso del corteo, si aggregano o corrono in avanti per verderlo arrivare.

Impossibile seguire il flusso per avere una idea della cosa. Ci appostiamo per la partenza e poi intercettiamo il gruppo mentre si snoda sulla strada principale. Colpo d'occhio spettacolare, livello di tipicità, però, molto basso.
























La sensazione che qualcosa manchi, che qualcosa non sia perfettamente al suo posto, resta prepotente per tutta la giornata. C'è il caos, il delirio della folla, l'aria di festa. Manca la tradizione, manca il senso storico. Sembra tutto molto casuale, confuso. Lo stesso programma della giornata, che prevede molte piccole attività collegate tra loro, appare agli occhi di un turista occasionale (e c'erano centinaia se non migliaia di stranieri) un insieme di eventi senza una precisa logica. Si viene travolti da spezzoni di sfilate, bande e orchestre che girano per la città portando qualche personaggio chiave e svolgere una qualche mansione collaterale all'evento clou della giornata, “lo strazzo del carro, ma senza una chiara logistica. La sensazione del “mi sa che mi sono perso qualcosa” perdura per tutta la giornata. Gli eventi sono spesso lontani tra loro e muoversi non è facile tra la città bloccata:  il caldo aiuta poco, la folla, sempre crescente, non è da meno.














Nel primo pomeriggio inizia la caccia ai posti lungo il percorso della processione. E' uno spettacolo insolito e stupefacente per chi non è del posto. Centinaia di sedie, sgabelli, panche piazzate  in posti strategici e un numero sempre più crescente di persone che inizia a prendere posto.





Nel quartiere di Piccianello si attende l'uscita della statua della madonna dalla chiesa per essere issata sul carro che la porterà fino alla fine del suo viaggio, prima della conclusione della sfilata. Sono in tanti, noi compresi, a preferire questa parte dell'evento rinunciando ad una posizione strategica per la parte finale della festa. Sono le 5 di pomeriggio, siamo già svegli da 12 ore e alla conclusione ne mancano oltre 7.




















La tradizione alla base della festa è una leggenda secondo cui centinaia di anni fa (per la cronaca sono più di 620 anni che la madonna viene festeggiata a Matera) un uomo dette un passaggio ad una donna sul suo carro, rientrando dalla campagna. Quando la donna si rivelò essere la madonna in persona, il carro venne assaltato dai presenti che vollero portarsi via un cimelio sacro. Da allora ogni anno viene realizzato un carro allegorico che porta, con la processione, la madonna nella chiesa e poi viene assaltato e completamente distrutto dalla “folla”.
L'assalto è il climax della giornata, ma si svolge a tarda notte. La gente prende posizione lungo il percorso fin dalle prime ore del pomeriggio e attende pazientemente. La sicurezza per evitare disordini o assalti prematuri al carro è degna di uno scenario di guerra civile. Impressionante.













Lo sfarzo della festa, delle luminarie, e di tante altre trovate è parimerito con l'enorme “sforzo” profuso nella non ricerca del dettaglio. Confraternite e gruppi vari di organizzatori con maglie fluorescenti, partecipanti in prima fila alle processioni vestiti come stessero andando in piscina.
Ostentazione, sfarzo, pacchianità. Sacro e Profano. Il tutto in un delirio che termina solo con lo sparo di fuochi pirotecnici e il conseguente, complesso, deflusso di diverse decine di migliaia di persone accorse da tutta la provincia.

Nonostante tutto, comunque, la festa della Bruna resta molto caratteristica. Potrebbe diventare qualcosa di speciale ed elevarsi dallo stato di confusa sagra di paese che a tratti sembra incontenibile ma, forse, è così che piace: in fondo è la festa dei materani e sta a loro decidere come far “caciara”.


P.s. Lo ammetto, lo “strazzo del carro”, non sono riuscito a seguirlo. La zona era blindata, la gente asserragliata, le gambe chiedevano pietà. D'altronde il mio intento non era fotografare quel momento, ma l'atmosfera della festa, ed è stato anche il motivo per cui mi sono quasi sempre mosso contro-corrente rispetto ai fiumi di folla. A volte per vedere bene ci si deve allontanare.



Un aneddoto molto carino riguarda però la mattina seguente, quando sono ripartito. Abbiamo prima trovato un “pezzo” del carro ad accoglierci dal casaro, e subito dopo, sull'onda dell'entusiasmo di questo incontro inaspettato, Gabriele, il mio compagno di avventura, ha avuto la geniale intuizione di andare a vedere se lo scheletro del carro fosse stato riportato al punto di partenza del giorno prima. Ed infatti era la... spoglio e solo. Un simpatico signore ci ha trattenuto qualche minuto con le sue storie di gioventù, e poi siamo ripartiti. Il reportage si è così concluso definitivamente.



Per concludere, qualche commento tecnico. Io e Gabriele, casualmente, utilizzavamo quasi la stessa attrezzatura. Entrambi Olympus con 12-40 pro principalmente per tutte le foto,  mentre per quanto mi riguarda il  anche40-150 pro per le foto con il tele. A parte il primo giorno di prova, le batterie si sono comportate bene e il peso della attrezzatura, nonostante le ore a camminare con la tracolla, non mi ha appesantito più di tanto. A parte poche situazioni in cui ho rimpianto un pò la marcata pdc, il sistema m4/3 si è rivelato perfetto per questo genere di situazioni. 

Nota: coprire un evento così complesso, articolato, lungo e soprattutto dispersivo è impossibile, da soli. Realizzare una foto spettacolare significa spesso rinunciare ad un piazzamento strategico successivo o essere travolti. L'unico modo, come anche dimostravano i professionisti delle varie agenzie di stampa presenti (associated press e altre), è lavorare in team, dividersi le zone, i compiti. Pianificare, conoscere e poi agire sul campo, muovendosi in anticipo e con in mente ben chiare le foto da portare a casa.

Nel nostro caso, mio e di Gabriele, l'intento è stato quello di raccontare l'evento con i nostri occhi, come lo abbiamo vissuto, tra stanchezza, rinuncia e qualche highlight che ci ha permesso di portare a casa qualche scatto vincente. 

Spero che in ogni caso il racconto vi sia piaciuto e che abbia stuzzicato un pò la vostra curiosità.


Testo e fotografie: Ugo Baldassarre, - Festa della Bruna 2015, Matera
www.ugobaldassarre.com
info@ugobaldassarre.com

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