// Raccontare i dettagli... da lontano

Quando generalmente ci si approccia alla fotografia, una delle prime cose di cui si sente la necessità è quella di completare il corredo fotografico affinchè si possano "coprire" tutte le focali possibili. 
Indicativamente non è un cattivo consiglio, perchè effettivamente, in questo modo,  ci si può destreggiare in tutte le situazioni comuni, senza rimanere mai con l'amaro in bocca di chi non ha il mezzo giusto al momento giusto.


credit: 
Alexander Gronsky - http://www.alexandergronsky.com


Ma man mano che si procede (se si procede) nella propria formazione fotografica e nella creazione di una propria cultura dell'immagine, alcune di queste certezze cominciano a vacillare. E' il caso ad esempio del "teleobiettivo per fotografare i dettagli".

L'approccio più naturale alla cosa è quello, ovviamente di stare a debita distanza e con una focale tra i 200 o oltre catturare i dettagli o rubare delle espressioni. Indubbiamente di effetto, col tempo ci si accorge di come questo sia un racconto incompleto. 
Isolare troppo dei dettagli, renderli assoluti protagonisti di una scena può andar bene per qualche foto ma in un contesto più ampio noia e monotonia prendono il sopravvento. Dettagli troppo isolati e estrapolati completamente da un contesto diventano racconti incompleti.


Il volume è disponibile nelle migliori librerie. €35 Contrasto

E come si possono fotografare dei dettagli senza dare a loro tutta la scena possibile? 
Ne dà una ottima risposta Alexander Gronsky e la sua ricerca fotografica, ad esempio fatta di inquadrature statiche, perfettamente composte, lontane ma allo stesso tempo così minuziose e precise che permettono all'occhio dell'osservatore di spaziare nel fotogramma alla ricerca di tutti i più piccoli dettagli rappresentati.
E non c'è altro modo per fotografare tanta minuziosità e ricchezza di contenuti se non quella di stare "a debita distanza" lasciando ai protagonisti, spazi ed esseri viventi, il dovuto spazio di interazione.

Mi sono innamorato del suo stile, a metà tra l'architettonico e il reportage sin dalle prime immagini del libro Pastoral (2014 - Contrasto) in cui la periferia industriale della capitale sovietica diviene luogo di svago per alcuni avventori in un contrasto improbabile eppure reale, tra cementificazione smodata e piccoli ritagli di natura sopraffatta dalla mano dell'uomo che ancora però vi cerca svago.
Lo sguardo del fotografo, sottolinea con precisione chirurgica ogni più piccolo particolare. E' un racconto asettico, lontano, eppure vicino, perchè in quelle immagini ci sembra di entrarci con il corpo ed esplorarla palmo dopo palmo.


E' unicamente il nostro approccio alle nostre immagini che determina nell'osservatore la focalizzazione o meno su determinati particolari o meno e questi splendidi lavori ne sono una chiara dimostrazione.


Nota: le immagine utilizzate per illustrare il post appartengono ai legittimi proprietari. 
http://www.alexandergronsky.com
Edizioni Contrasto.

Nessun commento:

Posta un commento

Si prega di lasciare commenti riguardanti gli argomenti pubblicati. Mi riservo la facoltà di eliminare messaggi indesiderati.