// Ma è davvero solo colpa della tecnologia?

(courtesy Mario Dondero/Irene Alison/Corriere della Sera)


Prendo in prestito questo ritaglio virtuale da Facebook per esprimere un mio parere su questo argomento. Quello che viene espresso nell'articolo è sacrosanto, ma davvero tutta la colpa è della tecnologia?


Mi spiego meglio.
La tecnologia è la causa o l'effetto di questo fenomeno?
Il problema è evidente già da diverso tempo, e se ne sono accorte bene le grandi agenzie specializzate in immagini, molte delle quali esistono solo nei ricordi dei più.
Il mezzo tecnologico di nuova generazione (e non è ancora finita) semplifica, velocizza, amplia la produzione di immagini, ma soprattutto della condivisione delle stesse. 
Se 10 anni fa il solo pensiero di poter vedere le immagini in ripresa e già alla sera poterle spedire alla redazione era un fatto miracoloso, oggi le immagini vengono scattate e pubblicate e condivise su più canali nello stesso istante.
La voglia (e non la necessità) di essere i primi ad avere un certo tipo di fotonotizia (senza curarsi neanche troppo della qualità) ha scatenato orde di nuovi reporter "della domenica"che fotografano e condividono le, spesso pessime, immagini a quotidiani, siti di news, blog etc etc.

Ma la colpa è della tecnologia o delle richiesta di questo tipo di servizi? E' il nuovo cellulare di turno (e vedremo ora con le smart camera che succederà) il colpevole o la linea di azione dei media che, saltando a più pari l'intervento di un bravo photo-editor, raccolgono stock di immagini di ogni tipo pur di avere la foto news del minuto sul loro blog-sito?

La produzione fotografica e di foto-notizie è aumentata a dismisura, ma la colpa è nella produzione o nella pubblicazione di tali immagini?
Io credo che sia più il caso di preoccuparsi della ormai scarsa capacità di filtrare le notizie, e la qualità delle stesse. Succede con gli articoli scritti, figuriamoci con delle immagini belle e pronte da pubblicare.
Il fatto che sia più semplice realizzare immagini non dovrebbe comportare una semplificazione della cernita, anzi. Forse proprio in questo frangente figure professionali in grado di selezionare, valutare e cestinare tonnellate di inutlità sarebbero quanto mai utili.

Ed invece quotidiani, siti di informazioni etc hanno addirittura sviluppato piattaforme di condivisione pubbliche, da utilizzare su cellulari e smartphone di ultima generazione per dar spazio a chiunque sia munito di tali dispositivi.
Frotte di psudo-reporter in giro pronti ad immortalare qualsiasi cosa per qualche secondo di notorietà (sempre ammettendo che il nome venga segnalato) alla faccia della dignità e del rispetto dell'informazione.
Perchè per fare informazione, anche con immagini, non serve solo il mezzo, serve anche la storia. Pubblicare dei fotogrammi casualmente non aiuta l'informazione, ma la disinformazione. E' come farsi riassumere da un libro da qualcuno che non lo ha letto, ma solo sentito raccontare da qualcun altro...

Solo con nuovi ed importanti investimenti nella formazione di figure preparate e acculturate per gestire la selezione delle foto-notizie 'informazione per immagini riavrebbe di nuovo la sua dignità a prescindere dal mezzo, che deve restare una scelta narrativa e di comodo del narratore, senza il rischio di vedere compromesse notizie di un certo tipo ed esaltate banalità di altra natura.








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