// Steve on fire

L'italia brucia più che mai in questa tremenda estate 2021 e il National Geographic (USA) incarica il più famoso fotografo vivente (o comunque uno dei primi della lista) a documentare i roghi nell' Aspromonte.  La visibilità che la sola firma di questo incarico potrebbe dare ai fatti raccontati dovrebbe essere sufficiente per far saltare di gioia chiunque abbia a cuore la tragica situazione trattata ma si sa, per far polemica siamo fatti apposta, ed ecco che immancabile esplode la "protesta" di chi denigra il famoso fotografo americano e vorrebbe vedere nomi meno noti e più "indigeni" per documentare questi fatti e non una super star mondiale. 

Dopo anni di Nikon, Steve Mc Curry è diventato uomo-immagine per Leica, in particolar modo del sistema SL
(foto dal web / è un fotomontaggio utile per illustrare i contenuti dell'articolo)





Che poi letto tra le righe è molto simile " potevo andarci io, prendevo un decimo della paga (sono molto ottimisti credo! :D) e almeno conoscevo il problema da trattare..." come se un pluripremiato fotografo che ha speso la vita a viaggiare e documentare il mondo non fosse in grado di organizzare e gestire un incarico; come se fosse capitato per caso a fotografare la catastrofe come il peggior dei fotoamatori.

Ci sono infiniti bravissimi reporter, locali e non, sconosciuti ai più, che sicuramente avrebbero potuto fare altrettanto bene o meglio. Questo non sarò certo io a metterlo in dubbio. Avrebbero fatto sicuramente un ottimo lavoro pubblicato su importanti riviste di nicchia e vinto concorsi prestigiosi noti solo agli addetti ai lavori, restano, pertanto di nicchia!
Ma anche ammesso che fossero state pubblicate su NG stesso, non ci sarebbe stato paragone, in termini di propaganda  e vendite.

Quando la più importante testata giornalistico/fotografica del mondo manda uno dei nomi più importanti a svolgere un incarico possiamo dedurre che su quella storia ci stanno davvero investendo.
Come dite? Certo. Anche National Geographic è una pubblicazione commerciale che punta alla massa e alla tiratura.
Per soldi, certo (le riviste devono vendere per vivere), ma in questo modo sta anche dando a quelle immagini e quella storia un futuro decisamente diverso da quello che avrebbero se affidate "solo" ad un bravo professionista.
Il pubblico di NG è molto vario, non solo composto di estremisti della fotografia.
 

"Italia - l'Aspromonte brucia - fotografie di Steve Mc Curry" è qualcosa che suona completamente diverso da qualsiasi altro nome in copertina si possa sperare di mettere, soprattutto sull'edizione USA di NG.
Le foto di Mc Curry girano il mondo per gli anni a venire su libri, mostre, esposizioni: un eco che non si ferma dopo aver sfogliato la rivista, distrattamente, osservando la perfetta impaginazione della stessa.
Una sola sua foto diventa icona di un problema, di un fatto o di una intera situazione (e in questo caso "iconica" non sarebbe usato a sproposito come tanto piace fare ultimamente).

C'è una incredibile contraddizione di fondo in tanti che snobbano il famoso mentre fanno, di tutto, per arrivare al successo.  E' uno dei tanti cortocircuiti della nostra società "social", della fame di protagonismo che si è impossessata di un pò tutti quanti.

E in tutte queste critiche, pubblicate su alcuni siti o diffuse da autorevoli portavoce della fotografia italiana, non ho letto nessuno che abbia posto l'attenzione sul fatto che ad accompagnare le foto ci sarà del testo (fondamentale) che dovrà dare la giusta direzione al racconto, che dovrà far vivere quel racconto visivo. Mc Curry potrà fare il suo lavoro al meglio ma un reportage senza testo è solo un atto visivo e chi compra e legge (sottolineo il "legge") il NG sa bene che le informazioni sono contenute nei testi, nelle tabelle, nei dati a corredo delle immagini.
Chi si occuperà del testo? Chi sarà incaricato di preparare il lettore alla visione delle foto?

Per cui se il richiamo è il nome del fotografo, la sostanza deve essere soprattutto altra ma questo non sembra stia interessando ai detrattori interessati a tutt'altro che alla diffusione della tragedia e all'eco che è giusto darle. 

 

Ecco lo scatto originale. Fonte web  / autore non rintracciato



Non sono un fan accanito di Steve, ma neanche un detrattore. Come ogni grande professionista che ha speso la vita sul campo ha fatto cose eccezionali e cose meno buone, ha preso qualche scivolone ma ha portato attenzione su luoghi e fatti altrimenti invisibili alla gente comune. E questo, onestamente, mi sembra un motivo più che ottimo per affidarsi alle sue immagini, potendoselo permettere. 






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