// Posare per qualcuno: cose da sapere

E' ormai prassi comune soprattutto per giovani e giovanissime esporsi a 360° sui social network: dai piccoli gesti quotidiani a veri e propri scatti realizzati in maniera più costruita.
Il passo da qui all'essere contattati da qualcuno per uno "shooting" è relativamente breve: fotografi, fotoamatori, agenzie, aziende ormai pescano nei social i propri soggetti. Per questo moltissimi usano i social per creare nuove collaborazioni e farsi notare.  

 


Ma cosa succede quando qualcuna di queste relazioni si concretizza? Cosa c'è da sapere prima per evitare cocenti delusioni dopo?

E' sicuramente molto importante che sia ben chiaro, fin dall'inizio il motivo per cui due parti decidano di realizzare un servizio fotografico assieme, ovvero lo scopo. Può sembrare banale ma vi assicuro che non lo è affatto.
Saranno scatti di "test" per valutare le capacità del soggetto? Saranno foto da realizzarsi per provare qualche nuovo prodotto fotografico? Saranno scatti per un uso personale o per promuovere qualosa conto terzi? Etc etc

 

Mettere in chiaro il motivo per cui si andranno a realizzare determinate fotografie è il primo passo per costruire un buon risultato ed evitarsi, poi, atteggiamenti del tipo "eh, ma non mi piaccio in questa foto".

Quando si accetta di essere fotografati da qualcuno si possono verificare due condizioni, principalmente:

- essere il soggetto dello scatto
- essere parte dello scatto (per via di qualche propria caratteristica unica)

Il secondo caso è molto più semplice da comprendere: una caratteristica fisica, un tatuaggio, una dote particolare ateletica.. possono essere svariati i motivi che possano rendere un determinato soggetto centrale per uno scatto senza esserne il punto focale (pensiamo ad esempio alle fotografie di moda/commerciali in cui si vedono solo parti di un soggetto)
E' invece proprio il primo caso quello che porta spesso a incomprensioni post-scatto.  

Cristina Ghillani -2020 - "Modern diva" : dopo un primo servizio di test ho chiesto a Cristina di posare per degli scatti con un look anni 50. Il servizio è stato costruito su di lei e sulla specificità del suo viso. Make Up: Chiara Montemurro

Che il risultato finale fosse o meno di suo gradimento era secondario una volta ottenuti gli scatti che avevo in mente.


Il primo errore da evitare è quello di accettare di farsi fotografare da chiunque si proponga di farlo: i cosìdetti guy with a camera ossia coloro che, non appena acquisito il minimo sindacale di dimestichezza con l'apparecchio, si lanciano a capofitto in collaborazioni e servizi.

Al contrario di quello che accade, ossia la tendenza a farsi fotografare da chicchessia senza alcuna scrematura, bisognerebbe valutare attentamente la proposta e soprattutto l'intera produzione del fotografo.

Ci piacciono le sue foto? Ci piace il senso che trasmettono? Ci piacerebbe essere fotagrafati così? Ci piacerebbe essere pubblicati nel suo sito con gli altri soggetti da lui ripresi? etc etc.

Sono domande che, a loro volota presuppongono una consapevolezza di matrice più artistica: comprendere un pò di tecnica fotografica, distinguere uno scatto di qualità etc.

Insomma, il primo passo che il soggetto dovrebbe fare è proprio questo: capire se vuole diventare "materia prima" per quel fotografo.
E questo, a mio avviso, è il punto di non ritorno; è il momento in cui ci si affida alla visione dell'altro e se ne accettano i risultati.
Si accetta, insomma, la visione che sarà data di sè stessi e quindi va accettato anche il risultato che ne scaturirà.

Attenzione, non sto dicendo che il risultato debba incontrare per forza il vostro gusto ma che lo si dovrà implicitamente accettare come una variante di sè stessi che prima non si conosceva: un pò come quando, in situazioni inaspettate, ci si rende conto di avere un lato del proprio carattere che si ignorava.

Quando si decide di posare per qualcuno, quindi, lo si va a fare con la consapevolezza di mettersi in gioco alle regole che impone il fotografo (luci, posa, situazioni, background, location, etc). 

Susanna Salvini - 2020 : in questo scatto con Susanna ho avuto necessità delle sue doti di ballerina e di ginnasta. Non avrei potuto realizzare come scatto con un soggetto qualsias, anche se  irriconoscibile


Chi vuole intraprendere, anche solo a livello amatoriale questo percorso, farà bene a capire questo meccanismo da subito.
Cha sia infatti un servizio per cui si richiede di essere retribuiti per il proprio tempo (si poso per tot all'ora) o che ci accordi per una collaborazione non retribuita (TF), le immagini prodotte saranno il risultato di un accordo. Certo, se non soddisfatti si potrà non pubblicarle sul proprio profilo ma non si potrà evitare che l'altra parte faccia altrettanto (tranne ovviamente casi limite in cui subentri lesione di immagine e dignità personale: il "non sembro io" non rientra in questi casi).

Se volete essere fotografati/e come piace a voi, dal vostro angolo di ripresa preferito, dal vostro profilo migliore etc etc  l'unica via è quella del fai da te: autoscatto  o amico/a che fanno da operatore. Ma questo non è essere un modello o una modella.
Se si vuole apporre il fatidico Fotografia  di nome cognome bisogna imparare ad accettare tutto il meccanismo che vi è dietro.

D'altronde per un modello/a la soddisfazione professionale è proprio quella di aver fatto raggiungere lo scopo dell'ingaggio soddisfacendo il proprio cliente/committente. E' la stessa cosa anche qui.
Se sono state fatte coscenziosamente tutte le fasi e il risultato soddisfa il vostro fotografo potete star certi che avete fatto un ottimo lavoro (anche se in quella foto non vi piacete)

Essere una brava modella e piacersi nelle foto per cui si è posato sono due cose molto diverse.






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