// Visioni di Strada - Fabio Manzi

Ho capito che uno smartphone poteva essere uno strumento fotografico al pari (o migliore) di qualsiasi altro anche grazie agli scatti di Fabio Manzi.
Ho "conosciuto" Fabio tra i post di un gruppo privato di fotografia dedicato alla street, quando ha iniziato a condividere i suoi splendidi scatti realizzati unicamente tramite smartphone.



Ho deciso quindi di contattarlo per porgergli qualche domanda e per avere il permesso, ovviamente, di condividere sul blog il suo splendido lavoro.





Ciao Fabio, parlaci un po' di te.

Ciao Ugo, innanzitutto grazie per i complimenti e per avermi scelto tra i tanti che praticano questo genere. Ho iniziato a fotografare "seriamente", con costanza, 4 anni fa. 
Non sono un professionista (e si vede dirà qualcuno!), sono solo uno che prova a dire qualcosa in modo personale.
Di lavoro faccio altro ma la necessità e l'urgenza di esprimermi artisticamente Ë una costante che ho 
da quando ero ragazzino (ho frequentato una scuola di grafica pubblicitaria). 
Così sono sempre stato attratto dalle immagini, dalla pittura, dalla strada (penso ad esempio agli interventi di street art nelle città) e dall'uomo.
La street photography mette insieme diverse di queste cose e le combina con risultati a volte molto potenti. La mobile photography inoltre mi consente di saziare questa urgenza espressiva. 

Tra lo scatto e la sua pubblicazione possono passare anche meno di dieci minuti. E questo lo trovo fantastico.




Ho selezionato un po' di tuoi scatti, in questo post, spaziando tra vari filoni tematici che mi pare di aver colto nel tuo lavoro. La tua mi sembra una fotografia introspettiva: il vedo non vedo attraverso la quotidianità dei vetri e delle vetrine , il movimento e il dinamismo della città e dei suoi abitanti, la calma della sera... Cosa c'è di Fabio in tutto questo?

Si, credo tu abbia ragione, è sicuramente una fotografia introspettiva.
E' importante che tu metta te stesso in quello che fai. In qualsiasi cosa fai. E che tu ti conosca, pregi e limiti inclusi.
E io credo effettivamente di essere così. In me convivono senz'altro queste due anime: mi piace la città, il suo ritmo, le luci, una certa frenesia,

l'avere tutto a portata di mano ma mi piace anche il suo opposto, la calma di un paesino, il ritmo lento, il buio illuminato da un solo lampione, la nebbia, una città di mare nella quale in inverno non va nessuno. E poi l'uomo che per quanto possa "sbattersi" rimane sempre di passaggio su questa terra
e senza alcuna istruzione sul cosa esattamente sia chiamato a fare, su cosa stia accadendo intorno a lui e cosa esattamente sarebbe giusto fare.
Così "i miei uomini" sono sempre senza volto, spesso soli, incompleti ma a loro modo poetici.

Verrebbe voglia di indirizzarli, di togliergli l'umidità di dosso e di fornirgli le indicazioni per la giusta strada. Ma io sono esattamente come loro e loro potrebbero fotografare me nelle stesse pose, con gli stessi dubbi, nella medesima nebbia
Io fotografo ciò che vedo, principalmente nel mio tragitto casa-lavoro-casa.
Sfrutto moltissimo i mezzi pubblici e soprattutto il treno è per me un'ottima fonte di ispirazione. Dai vetri, spesso graffiati o sporchi fotografo ciò che vedo.

Credo che qualcuno ormai mi abbia preso per matto ma è un rischio che posso correre :)

Mi piace Hopper ma anche il futurismo. Mi piace Francis Bacon ma anche Wharol, Antoine D'Agata ma anche Saul Leiter. E credo che tutto questo emerga da queste foto.






La mobile photography è spesso considerata una semplice azione di punta-e-scatta, lontana dalla riflessiva e più metodica azione dell'inquadrare da un mirino, regolare delle impostazioni manualmente e compiere il classico gesto del click. Ma nelle tue fotografia io vedo molto "pensa-e-scatta". Come nasce, quindi,  l'impulso di catturare un frammento di vita?



Io vedo anche molte reflex utilizzate come "punta e scatta" se è per questo.
La fotografia in Italia è un pò come il ciclismo, ha un discreto seguito e si è generata l'idea che avere uno strumento più potente (una mirrorless, una reflex o una una bici da corsa...) generi necessariamente immagini migliori, prestazioni migliori. (Bis is Better, insomma! nd Ugo)
Ci casco anch'io in questo gioco ovviamente, ho una reflex e pure una compatta di buon livello, ma quello che preferisco rimane sempre lo smartphone.
Vedo pessime fotografie fatte con macchine di prestigio e ottime fotografie fatte con un cellulare.
Tutto dipende da te. Da quello che vuoi dire e come lo vuoi dire, pare banale a dirsi ma è così.
Oggi anche uno smartphone gode di impostazioni manuali di scatto. Tempi, messa a fuoco manuale, ISO, tutto (o quasi) è regolabile anche qui. Col vantaggio di avere un display enorme che E' utilissimo per la composizione.
Non sempre utilizzo la modalità automatica per scattare, anzi.. soprattutto quando ho pi˘ùtempo a disposizione non disdegno di giocare sui tempi o con la messa a fuoco manuale.
So quello che mi piace, quindi che abbia uno smartphone o una reflex tra le mani cambia  relativamente poco, anzi a dirla tutta con la reflex sono più impacciato, ho come la sensazione di prendermi troppo sul serio, con uno smartphone no, nessuno bada troppo ad uno con un telefono 
in mano perchè tutti ne abbiamo ugualmente uno con noi. 
Mi piace pensare che le immagini che produco abbiano una personalità, uno stile ben riconoscibile.
Ma questo esula dalla fotografia, è più un approcio "esistenziale".
Anche una banale conversazione voglio che abbia un suo ritmo, detesto le frasi fatte così come le foto banali, senz'anima 





Che consiglio daresti a chi volesse iniziare a sperimentare un approccio più autoriale alla fotografia mobile?


Sicuramente di guardare a tanti altri fotografi che ci hanno preceduto ma anche a molti fotografi contemporanei pi˘ o meno noti.
Tra gli sconosciuti c'è gente che fa cose meravigliose, spesso più potenti di quelle fatte da fotografi noti. Iscriversi a piattaforme come Instagram o VSCO evitando di seguire chi usa il proprio profilo in maniera dozzinale ma cercando profili particolari, stimolanti, dove esiste quantomeno il tentativo di comunicare qualcosa di diverso. 
Io vedo centinaia di foto al giorno, tramite facebook, instagram o sui libri di fotografia che reperisco in giro.
Questo ti aiuta ad affinare il gusto, a capire meglio quello che ti piace da quello che non ti piace fare.
E cosÏ cresci. Se guardo a quello che mi piaceva quattro anni fa su Instagram e che mi sembrava impossibile da raggiungere oggi magari l'ho fatto mio e a volte, persino superato.
E poi un ultimo consiglio, magari banale, (no, fidati, non lo è per niente, banale! nd Ugo) è non guardare alla sola fotografia; il gusto, l'occhio te lo fai guardando un quadro, 
ma anche un muro malandato per strada, andando al cinema o immaginando quello che leggi in un libro.
Se tu ti arricchisci interiormente in qualche modo arrichhisci anche quello che vedi, ne scovi particolari nuovi, magari apparentemente insignificanti ma che danno un senso più profondo a quello che vedi.






Hai mai stampato le tue fotografie?


Si l'ho fatto. Ne avrò circa duecento raccolte alla buona in camera mia.
Sono stampe piccole 13x13, fatte nei centri commerciali, volevo rifarmi ai formati delle vecchie polaroid ma ho provato a stampare anche un 30x30 senza che la qualità ne risentisse eccessivamente.
Volevo vedere come rendessero su carta fotografica e pur non trattandosi di carte o tecniche di stampa pregiate il risultato "tiene".
Oggi la camera di un buono smartphone oscilla tra i 12 e i 20 megapixell e regge bene a stampe anche di discrete dimensioni.
Mi piace vederle stampate, valorizza maggiormente il tuo lavoro e le salva dalla fruizione "usa e getta" del web.
Credo che la prossima cosa che farò sarà di raccoglierle in un libro. Il tema lo ho già, e poi potrebbe servire da portfolio laddove decidessi di farle vedere a qualcuno. (una copia la prendo io, già! nd Ugo)




E per finire, la domanda di rito: con che dispositivo fotografi e quali sono le tue App preferite? E soprattutto quanto è importante un corretto uso (e gusto) della post produzione prima di pubblicare uno scatto?


Attualmente fotografo con un Samsung S7 Edge, in precedenza ho usato Sony Z3 e Nokia 1020.
Diciamo che scelgo dipositivi particolarmente votati alla fotografia essendo quella la funzione che sfrutto di più.
Di App ce ne sono un' infinità, da principio ne ho provate moltissime, oggi mi limito ad utilizzare VSCO CAM che ha dei filtri a mio parere davvero ben fatti e meno SNAPSEED.
Snapseed ha il vantaggio di essere completamente gratuito, completo, e di gestire anche file RAW mentre VSCO (che ha anche una buona comunità alle spalle) rimane pi˘ minimale,
la suite intera di filtri ha un certo costo (ma puoi anche decidere di acquistare dei sngoli pacchetti od utilizzare quelli gratis che l'app mette a disposizione).
Qualsiasi App tu decida di utilizzare l'importante, a mio parere, è che mantenga il formato originale senza comprimere ulteriormnete il file.
La postproduzione è ovviamente molto importante in questo genere di fotografia ed è facile farsi prendere la mano con "mega effettacci kitch".
Da principio tendevo ad esagerare: nitidezza massima, contrasti eccessivi, colori sparatissimi, flare posticci, etc. Oggi sono molto più misurato (solo con la vignettatura non lesino affatto:)) e le mie foto ne giovano in equilibrio. Credo che come in tutte le cose, un pò d'esperienza, acuisca la sensibilità.


Ringrazio sentitamente Fabio per il tempo che mi ha dedicato e spero che quanto proposto sia di vostro gradimento.


Per saperne di più su Fabio e sulla sua splendida fotografia: fabio_manzi (Instagram)



Tutte le foto a corredo del post sono di Fabio Manzi e sono utilizzate con il consenso dell'autore.

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