// La qualità di un file!

[le considerazioni e le opinioni espresse sono assolutamente di carattere soggettivo e personale. Conscio di aver esagerato volutamente i toni, assicuro che da quando ragiono così ho dato una bella spinta al mio modo di fotografare]

Altro post che scatenerà reazioni, già lo so. Ma io questo dente, me lo voglio togliere. Uno dei problemi più ricorrenti nelle discussioni tra "esperti" di fotografia digitale è quello della presunta qualità del file! Qualità!!! Che parolone!
Un manufatto ha una qualità. Ha una qualità costruttiva, una qualità dei materiali, ed è una cosa oggettiva. Se è fatto bene o fatto male è oggettivamente dimostrabile.
Una stampa ha una qualità!! ha dei colori oggettivi, ha una certa tipologia di carta co una consistenza, un peso... qualità oggettive.
Ma un file.... che qualità oggettive ha un file? 


Questo è il "campione" da laboratorio usato da dpreview per le sue valutazioni. il 70% delle discussioni si svolge su considerazioni di questo tipo di immagini. il restante su fogliame fotografato al volo dalla finestra di casa. (se sbaglio con le percentuali, sbaglio di poco).


Molto poche, visto che per fare dei ragionamenti in tal senso servono test di laboratorio che poi vengono puntualmente smentiti dall'utilizzo pratico e altre mille variabili.

So che considerazioni di questo tipo, molto estremiste, potranno sembrare ridicole ai più. Diciamo che è una provocazione per riportare i piedi per terra e concentrarsi su quello che davvero serve e conta nella fotografia.
A volte credo si tenda a dimenticare che cosa sia una fotografia digitale. Si tende a dimenticare che "un file" è solo una lunga, interminabile, sequela di "uni-e-zeri" che, a seconda di come vengono letti da qualche cervellone elettronico, forniscono determinate informazioni su colore, nitizezza, etc etc...
Se di addentriamo troppo con la testa in questi ragionamenti potremmo anche iniziare a pensare che molti dei presunti vantaggi di lenti super costose sono semplicemente delle ottimizzazioni software (non è del tutto vero, ci sono dei test oggettivi in tanto senso, i grafici MTF, ma non è raro che le macchine ottimizzino via software i dati ricevuti dalla lente e dal sensore)

Se si apre un file con Lightroom ottieni un risultato, se usi altri software altri risultati, con differenze più o meno evidenti. Più dettaglio, meno dettaglio, dominanti di qua e la, correzioni di aberrazioni etc etc... quindi? Stesso file risultati diversi. Di cosa si sta realmente parlando quando si parla di qualità di un file quindi? Senza contare che dispositivo su cui visualizzo il risultato sarà sicuramente differente da quello che sta utilizzando il mio interlocutore (altra variabile impazzita). Come si può parlare, quindi, con così ferrea convinzione  di qualità di qualcosa che fisicamente non esiste  e cambia la propria percezione a seconda del dispositivo in uso? Me lo domando spesso, effettivamente.

Concetti quali gamma dinamica, recupero delle ombre e delle alteluci, mi sono noti, tranquilli. E' che spesso non capisco cosa ci sia da recuperare visto che gli attuali software di sviluppo fanno miracoli in tutti i sensi. Mi vien da pensare che il problema sia molto, molto più a monte; che si voglia per forza sempre e comunque elaborare tutto l'elaborabile senza attuare alcun filtro mentale di selezione e "cestino". (trad: la foto di partenza venga scattata a caso e poi salvata al meglio possibile). Tra l'altro, ATTENZIONE, non escludo che questo sia un vantaggio per qualche fotogiornalista o reporter, anzi!! Ma io sto parlando di utenti che dovrebbero essere fotoamatori e invece sono dei tecnici informatici senza rendersene conto. Persone che parlano di recupero di alteluci "mostruoso" e gamma dinamica estesa per fotografare il proprio gatto o il proprio figlioletto in culla, o che vuol far le foto della vacanza con la famiglia con la Nikon D5 

Km di caratteri scritti per giustificare ingrandimenti di piccole porzioni insignificanti di una fotografia, per giustificare questa o quell'altra teoria, per avvallare la "superiorità" di un formato rispetto ad un altro. Immagino che tutti siano soliti girare con la lente di ingrandimento quando vanno per mostre (se vanno) o stampare per 1 metri di lato e poi guardare col microscopio se i dettagli delle foglie dell'albero sullo sfondo sono nitidi o meno.
La cosa molto divertente è che chi, davvero, fa mostre e stampa di qualità spesso non si preoccupa neanche di che cosa usi, mentre chi non ho mai stampato neanche un 20x30 si preoccupa in maniera esagerata di stampe di dimensioni abnormi che, potrebbe (potenzialmente) realizzare. una fronda di un albero e un cespuglio ingranditi ad oltre il 100% sono stati definiti "inaccettabili" così poco definiti (immagino che anche il vento sia considerato inaccettabile a questo punto) nella fotografia di paesaggio... come se, anche ammesso che questo sia vero, in una stampa di grande formato si potesse percepire quel dettaglio come nitido.

Ed ecco qui concetti come demosaicizzazione, gamma dinamica, lavorabilità del file (neanche fosse un blocco di argilla da cui tirar fuori dei vasetti di terracotta). Senti 10 utenti (fotografi, mi pare eccessivo) ricevi 10 versioni diverse: dal fa schifo ad eccellente. E anche quindi la teoria che è una cultura nata e cresciuta sul web senza reali riscontri pratici, viene confermata.
E' chiaro quindi che non c'è nulla di cui parlare, nulla su cui costruire tesi ed ipotesi. 
Rimando davvero sbalordito dal vedere quante persone si perdono in calcoli matematici si pixel e matrici e ignorano concetti molto più "analogici e fotografici" tipo conoscere il lavoro di autori davvero importanti. Quello che per qualcuno è assoluta qualità per altri è inesistente e così via. Sono solo numeri. Codici.

Pensiamoci. Anche il blur, lo sfuocato... è dato da numeri, bit, informazioni digitali. Pagine e pagine di discorsi sullo sfuocato più o meno morbido... "qualità" dello sfuocato.. forse basta alterare una sequenza di numerini per far diventare lo sfuocato "brutto" molto più bello... chi lo sa?

Alla fine mi sono convinto di una cosa. Esiste solo la fotografia che abbiamo in mente e che riusciamo, attraverso il nostro strumento, a portare alla visione di altri. Esiste solo il cercare di diventare autori, avere una visione ed uno stile. Il resto, davvero, inizia a stufarmi e molto.

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