Nel corso della maturazione della propria esperienza fotografica si attraversano diversi stadi. C'è chi si sofferma più sul lato artistico/comunicativo di una immagine, chi si diverte a creare da zero come un autore, chi invece si limita a raccontare e/o documentare. Nessuno di questi campi ne svilisce un altro , piuttosto ne rappresenta un ambiente complementare.
Personalmente mi rendo conto di voler fare fotografia affinché in futuro possa succedere ad altri, quello che è successo a me: il piacere dei ricordi non vissuti, il poter condividere questi con altri a loro volta.
Avevo appena finito di pranzare, in compagnia di mia moglie, mia madre e mio suocero presso l'abitazione del migliore amico di mio padre. Stavamo quasi per andare dopo i saluti di rito quando, ad un tratto, ho posto la fatidica domanda: "ma non è che per caso hai qualche foto di te e babbo da giovani?". Quasi come se la cosa fosse stata preparata dal cassetto spuntano fuori delle minuscole stampe (provini a contatto) di qualità discutibile a guardarle con gli occhi di un fotografo, ma con gli occhi di un figlio sono le foto più belle che abbia mai tenuto in mano.
Le foto (delle foto) sono state scattate con la Samsung Nx 1000 ormai fedele compagna sempre a portata di mano. In mancanza di uno scanner e nell'impossibilità di poter portare via le stampe è stata una buona alternativa.
Ecco ecco, questo è quello che sento essere il momento topico della fotografia. Riesco a sentirne l'intensità e a riconoscerlo anche quando la cosa non riguarda la mia persona e lo trovo bellissimo.
RispondiEliminaGrazie per la condivisione.