// L'attrezzatura fotografica costa troppo poco

Ecco un altro post di quelli un pò "personali", di quelli che tiro fuori dalle più radicate convinzioni e che, inevitabilmente, andranno a creare anche dissensi.
Ma non posso farci nulla, quando ho una convinzione, maturata come sempre sul campo e non per partito preso, mi sento in dovere di esprimerla pubblicamente sul mio spazio preferito: il blog.

Leggo e vedo continuamente interventi più o meno autorevoli sui motivi della crisi di mercato fotografico, sulla crisi del mestiere del fotografo etc etc.
I professionisti accusano gli amatori di fargli concorrenza sleale; gli amatori si accusano tra di loro di rubarsi idee e modelle; i produttori, a corto di idee, lanciano comunque un modello nuovo ogni 6 mesi senza neanche più neanche garantire l'adeguato test pre-vendita... insomma è un gran macello.



Io sono fermamente convinto di una cosa (e chi mi segue anche altrove sa che non ne faccio mistero). Il problema della fotografia attuale è che è troppo poco cara e quindi troppo accessibile a tutti.

BOOM!! Ecco, eresia!!

Invece no, se ci fermiamo a ragionare un attimo. Il mestiere del fotografo è rimasto per tanto tempo elitario e rispettato proprio per la complessità sia dei procedimenti che per i costi.
Fino a qualche anno fa l'investimento in un corredo per lavorare professionalmente era l'investimento della vita: si acquistava quel che ti avrebbe seguito per decenni di lavoro. Chiedete a chi lavorava con medioformato e banco ottico ma anche con le reflex: erano compagne di una vita.
Le qualità e la bravura erano del fotografo che era l'unico a saper usare così bene questi oggetti.
Perchè adesso tutti fotografano e tutti giocano a fare i professionisti? Semplice. Tecnologie elitarie, che sarebbero dovute rimanere appannaggio solo di pochi professionisti (a prezzi decisamente più impegnativi) sono a disposizione di chiunque abbia un paio di migliaia di euro da buttare, così, per sfizio in un nuovo giocattolo tecnologico.
Ma vi sembra normale la corsa agli armamenti che si sta facendo in questi ultimi mesi? macchine fotografiche che NON devono fallire neanche una foto, che NON devono perdere il fuoco neanche se il soggetto esce di scena, che devono...
Ecco, il punto è questo: le macchine che devono...

Non più il concetto di "fotografo che deve saper fare" ma macchine che devono saper fare qualcosa, sempre meglio e sempre a minor prezzo. E come è possibile allora, in questo scenario non andare ad uccidere proprio il mercato della fotografia professionale?

Non c'è una volonta però di mettere un freno a tutto questo. Basterebbe , come in altri campi, vendere oggetti professionali a chi dimostri di averne bisogno per uso davvero professionale, lasciando che il cliente comune spazi in una vasta gamma di prodotti ben più adatti a lui.
Personalmente sarei ben lieto di investire molti più soldi in qualcosa che potrò avere ad uso esclusivo per tantissimo tempo piuttosto che dover acquistare gli stessi prodotti che, più agevolmente di me, qualcuno può portarsi a casa.
Già, perchè poi, chi lo fa di mestiere ha ben altri problemi e spese per la testa; chi fotografa per diletto ha invece risorse economiche molto più alte da "sprecare" per divertimento.
Peccato che poi questo divertimento sia quello di fare gratuitamente il lavoro altrui

E fermi la, che vi vedo "eh ma allora il manico non conta nulla per te?" "le competenze del fotografo... l'esperienza". Eccerto che contano, ci mancherebbe!! Motivo per cui qualche settore ancora funziona.
Ma non raccontiamoci la storiella che tutto questo non ha danneggiato il mercato di molti generi fotografici basati più sulla serialità e sul "gesto tecnico" che sulla qualità o la creatività perchè per quanto si tenda a considerare artista un fotografo, tanti dei suoi compiti spesso non hanno proprio nulla a che fare con l'arte e con la creatività:

- risoluzioni folli che permettono qualsiasi re-inquadratura
- af con intelligenza artificiale che agganciano e seguono soggetti da soli
- sensibilità tendenti all'infinito per  fotografare senza luce (il paradosso!!)
- filmati e sequenze lunghissime di scatti da cui scegliere quello migliore
- costi di archiviazione annullati

Immagino autodromi e campi speortivi mappati con video-fotocamere che trasmettono file in tempo reale; fotografie di cerimonie semplici (battesimi, comunioni, meeting, saggi, teatro...). Qualsiasi ambito in cui la creatività non sia necessaria, vedrà il ruolo del "fotografo" a semplice operatore. E farsi pagare una fattura da operatore-video invece che da "fotografo" sarà sempre più umiliante, venendo i a mancare la specificità del servizio.
Spostata tutta l'attenzione, anche del cliente, sul prodotto-strumento (anche i clienti sono connessi ad internet, usano smartphone di nuova generazione e hanno capito un pò come gira il settore) rimane la guerra dei prezzi (a ribasso, ovviamente) e una massificazione esagerata del risultato.

C'era davvero bisogno, ripeto, di regalare tecnologie avanzatissime a chiunque? Davvero il fotoamatore non poteva fare a meno dell'af ultra professional? Davvero chi fotografa per diletto ha bisogno di non avere mai un occhio fuori fuoco scattando a raffica a mille fps e riconoscimento del viso uomo/animale? davvero non si è in grado di eseguire un ritratto senza tutti questi automatismi?
Non era forse meglio per tutti tenere ben marcate le differenze di prodotto e soprattutto di uso? Lasciare che gli amatori "amassero" il divertimento di fare una buona fotografia invece che illuderli che sia solo il loro conto in banca il discrimanente?
Si poteva vendere a tutti, tenere alti i margini, guadagnare,  e soprattutto avere un arco temporale maggiore per centellinare novità. Invece no, eccolo la, l'ultimo annuncio di X e Y che annunciano un nuovo super-entry level con le prestazioni super top.

Attenzione: non è morto tutto  il mercato professionale. Chi noleggia, chi lavora  chi si è strutturato in modo tale da offrire soluzioni diverse e in determinati campi  vive e sopravvive anche molto bene ancora.
Si è però devastata quella fetta di professionisti la cui competenza è stata sopperita da una corsa alla tecnologia di cui, sicuramente, si poteva fare benissimo a meno. Ogni giorno, sempre di più, cala la richiesta per lavori e impegni che fino a pochi mesi fa erano molto richiesti.

Che poi, nella maggior parte dei casi, sempre foto di m....a si vedono in giro, solo più a fuoco e più nitide. Ma dato il numero immane di questa produzione e il continuo bombardamento su social, siti, gruppi e quanto altro ci si è anche convinti che vadano bene così.




5 commenti:

  1. Analisi piuttosto elitaria di una situazione che non può e non poteva andare in modo diverso. In ogni ambito della attività umana. Le auto attuali, hanno dispositivi che ne hanno innalzato il livello di sicurezza, i personal computer permettono a tutti di svolgere attività altrimenti impossibile a chi non poteva avere risorse per dotarsi di AS400, macchine utensili più perfezionate alleggeriscono il lavoro degli operai e così via. Piuttosto che arroccarsi in difesa dei propri interessi sarebbe preferibile accettare la sfida per essere ancora migliori e poter emergere sulla massa dei veri o presunti fotografi. E poi, con un pizzico di umiltà, si può sempre imparare qualcosa da chiunque.

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  2. che non potesse andare diversamente è tutto da dimostrare visto che tutti i brand sono in crisi, il mercato è morto e per quanto è durato il trend positivo? una manciata di anni.

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  3. L’accessibilità è data dal supporto elettronico rispetto a quello chimico della fotografia e li verte il minor costo. Sono i costi variabili ad essere cambiati, non i costi fissi. La fotografia elettronica non è la fotografia chimica, ma proprio non c’entra nulla. Questo è quello che i professionisti non sono riusciti a comprendere. Poiché la quasi totalità ha seguito le tendenze del cambio di mezzo, ma il cambio di mezzo incorpora un cambio ben preciso della cosa in sé. Il cambio del mezzo ha ridotto i costi variabili non i costi fissi ed eliminando i costi variabili ha portato alla popolarizzazione della fotografia. I costi fissi sono rimasti quasi completamente gli stessi. Anzi a dire il vero sono aumentati. Prima l’attrezzatura era rivendibile ora la svalutazione data dai numerosi nuovi modelli l’ha resa non rivendibile se non profondamente de valutata. Al suo vero valore. Quindi quello che paghi lo paghi molto più di quanto sia il suo valore al nuovo, pagando il prezzo più un costo sunk latente. Costo sunk che rappresenta l’extra profitto del nuovo delle case produttrici che hanno a loro volta con tale pratica cannibalizzato il mercato. In passato
    Le tecnologie sono state strapagate dal consumatore non sono gli sono state regalate. Le innovazioni date al consumatore sono state fatte solo per abbassare i costi ed essere riciclate in altri mercati, e.g. automotive, medicale, smartphone, automazione industriale. Primi tra tutti i sistemi di tracking dell’autofocus, ho un amico che realizza software per la gestione visuale di oggetti in movimento, all’utente fotografico fanno pagare il costo di sviluppo e poi rivendono la tecnologia a caro prezzo a livello industriale, una volta testata dai fotoamatori.
    Un po’ ricordi i vecchi del cine foto club della mia città che nelle loro lamentele dicono in sequenza:
    Il formato 35mm ha distrutto la fotografia ed i formati minori ne hanno stuprato il cadavere.
    Il colore ha distrutto la fotografia.
    L’autofocus ha distrutto la fotografia.
    Il digitale ha distrutto la fotografia.

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  4. C'è chi si "abitua" all'andazzo, dicendo che è così, deve andare così, e chi si "ribella".
    Certo, dipende da tanti fattori: personalmente avevo avuto la "fortuna" di fare un corso di fotografia analogica (nel 2003-2004) con relativo sviluppo in bianco e nero (artigianale) ma con tutta la "prassi" seguita dai tutor e mi divertii un mondo! Cosa c'entra con questo discorso? Sul finire del 2008 passai al digitale, provenendo da una reflex 35mm usata un paio di volte (in pratica due rullini usati e sviluppati nel corso). Tale reflex non era "conciata" bene, ora è inutilizzabile. Personalmente non ho mai pensato di fare di tale passione un lavoro (per vari motivi personali). Io adolescente non avevo i soldi nè per comprarmi una reflex economica (parliamo metà anni '90) e nè per "sperperare" rullini, per cui mi arrangiavo con le "usa e getta" ma non mi soddisfavano. Volevo capire perchè le fotografie venivano in una certa maniera, se c'era la possibilità di migliorarle e così discorrendo. Quando feci quel corso, mi si aprii un mondo nuovo!
    Con l'avvento del digitale, se da una parte i costi produttivi si sono abbassati (cioè dai primi sensori CCD ai più recenti CMOS, e quindi aumento delle dimensioni a formato pellicola 24x36) dobbiamo considerare che: il costo di un PC (portatile o fisso); una serie di hard disk per backup, qualche lettore di memory card senza considerare quelli più "performanti" collegabili a cascata (e poi ci sono quelli che comprano lettori da quattro soldi); un software che ha un suo costo) e senza considerare altre cose.
    Cos'è cambiato rispetto ad una ventina d'anni fa? Come riversare le fotografie, cioè come "svilupparle"! Prima si sviluppavano, si conservavano i negativi, si ordinavano le fotografie sugli album, e ora invece si "ordinano" su hard disc, si stampano (non sempre) e basta un cavo o in Wi-Fi per trasferire le immagini sul PC.
    Lo studio fotografico: non sono un esperto del settore, ma se prima si faceva tutti con cavi, e varie "attrezzature" (fari, e materiali da studio) ora, mi sembra, si possono fare queste cose tutto senza fili. E' cambiato che puoi comprare degli apparecchi che gestiscono il tutto a prezzi più bassi. Puoi comprare un flash "compatibile" a meno della metà del flash originale. Puoi scattare con una buona qualità senza avere con sè un flash o un cavalletto, semplicemente investendo qualcosa su un paio di obiettivi "luminosi" con smorzamento delle vibrazioni, senza cavalletto ed alzando gli ISO. Alla fine in "consumatore" non gli interessa se il fotografo ha il flash marca X, la reflex marca Y e quindi il lavoro del fotografo sostanzialmente è quello di "saper vendere" un prodotto che prima era più difficile da ottenere, perchè presumeva una buona conoscenza della "luce" con le attrezzature che possedeva (anche esposimetri, che ora nessuno più compra).
    Perchè utilizzare un esposimetro quando c'è la reflex che lo fa? Perchè utilizzare qualche filtro quando si possono fare - quasi - le stesse cose in post-produzione?
    E' cambiato il "workflow"... ma non nel senso strutturale (cioè io devo arrivare dal punto A al punto B in qualsiasi modo) ma dal punto di vista "concettuale" (io devo arrivare da A a B nel più breve tempo possibile e nel miglior modo possibile, anche a costo di crearmi un punto C).
    Sono valutazioni personali che riguardano la mia logica... ma è anche vero che la "massificazione" ha creato milioni di fotografie, e devo dirle, quasi tutte uguali...

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    1. ti ringrazio del tuo lungo e articolato commento. quel che voglio dire è che più si semplifica qualcosa più si rende vano l'impegno, gli investimenti di chi ha iniziato a battere una certa strada. Anche a livello di conoscenze, non solo di attrezzatura. penso ad esempio al mercato dei droni che in pochissimi anni è diventato da elitario a massificato. chi solo 3-4 anni fa ha speso soldi e tempo ha già visto morire il vantaggio acquisito in moltissimi ambiti.
      non sono un "negazionista" della tecnologia, ma credo che questa debba seguire anche una diffusione più controllata e uno dei fattori critici è proprio il prezzo.

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