// Storie e Fotografie

Che cosa hanno in comune queste fotografie?  Tanto, tantissimo. Sono due storie di cui conosco solamente una parte, ossia quella che per qualche minuto ha incrociato la mia, e che adesso vi racconterò.

Matera,  2018 


Che tu sia giovane, anziano, aitante o meno, non puoi sottrarti alla festa. Sarà argomento di ogni discussione per i successivi 365 giorni, devi esserci, in qualsiasi maniera.

Ho incrociato questa famiglia, al completo, pochi minuti dopo il passaggio del carro trionfale, quando il corteo si dilegua verso la fase finale della festa. Mi sono trovato casualmente dinanzi a loro  mentre facevo una foto alle luminarie, finalmente inquadrabili senza le transenne. Li ho visti armeggiare con telefonini vari, volevano il loro "selfie", la loro tacca "c'eravavamo tutti, anche quest'anno", e così mi sono fatto avanti. Erano bellissimi, tutte le generazioni erano presenti. "date a me, ve la faccio io, è una foto importante questa" ho detto loro e così hanno posato per me ma prima ho scattato questa, mentre mi passano il telefono per lo scatto.
Faceva un gran caldo, quel giorno, ma loro erano là, e credo che non sarebbero voluti essere da nessuna altra parte. 
Mi piace la spontaneità di questa foto, a metà tra il ritratto e la street (stavano per posare per me, ma non erano ancora entrati nei personaggi) ma ancora di più mi piace la forza e la volontà che trasmette, il legame con le tradizioni, il senso di appartenenza ad una famiglia ma anche ad una comunità più grande.
 
Matera, 2018 - casa privata

Pochi minuti dopo ho scattato questa altra foto. Una situazione completamente diversa, lontano dal chaos della festa, nel silenzio del proprio appartamento, qualcun altro stava seguendo la Festa a modo suo. Io e il mio gruppo avevamo abbandonato l'idea di vedere l'ultima parte dalla piazza, tramite maxischermi, per cui stavamo andando a riprendere l'automobile prima che iniziasse il delirio del post-festa. Da questa casa ho sentito la tv, sintonizzata sulla diretta della festa, che stava dando la posizione del carro e non ho potuto fare a meno di lanciare un occhiata dentro. Questo ambiente era praticamente aperto ai passanti, solo la tendina semitrasparente (che ho spostato) separava sconosciuti dall'intimità di questa casa. E' un modo diverso di vivere la quotidianità, tipica ancora dei centri storici del sud in cui il rapporto umano è ancora il collante della società. Qui la festa la si stava seguendo sul TV, ma tutto l'arredo mi suggeriva che una grande devozione permeava tutta la casa e i suoi abitanti.
Ho scambiato due chiacchiere con una donna che, senza scomporsi, aveva chiesto "chi c'è lì" sentendo i miei armeggiamenti. Abbiamo parlato qualche minuto, ho scoperto essere la zia di un ragazzo di Parma che conosco (lo avevo fotografato qualche giorno prima ad un matrimonio e le ho mostrato la foto sul mio cell) "quanto è bello Rocco mio!!"
Le chiedo di poter fare una foto al bell'ambiente e mi racconta che, questa volta, preferiva guardare in TV. Troppa confusione, troppo caldo. Ma in ogni caso, in qualche modo, anche lei stava partecipando.

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