// Il profumo dell' inchiostro

Negli scorsi anni il mese di settembre era associato a due fatti principali: la fine delle vacanze e il maledetto inventario. Quest'anno, visto il totale stravolgimento di vista avvenuto (abbandono del posto fisso e carriera da libero professionista), entrambe sono venute un pò meno. La prima, perchè praticamente non si è mai più in vacanza vera e propria; il secondo per ovvi motivi.


(immagine dal web)


Nonostante ciò, un settembre così intenso tra matrimoni, servizi fotografici, eventi, consegne arretrate etc. non me lo ricordo davvero. Fatto sta che, giusto per aumentare un pò il carico di lavoro, ci si è messa di mezzo anche l'opportunità di partecipare ad un Open Day Sposi (il 4 ottobre!! segnatevelo!) e quindi anche la necessità di preparare il materiale, studiare un minimo l'esposizione e via così.

Visto che ormai, come sapete, mi sono ben munito di strumenti per realizzare ottime stampe in proprio, ho deciso di puntare proprio su queste. La location è uno spazio aperto, diciamo una specie di parco, quindi senza muri da poter sfruttare ed ornare, e quindi mi è parso più logico puntare su qualcosa di "leggero" e maneggevole. 
Così, ieri pomeriggio, saltato un servizio causa tempo molto incerto, mi sono messo di buona lena a stampare i primi ingrandimenti.

A parte la soddisfazione del vedere prendere "vita" ai propri freddi files, mi è piaciuto molto starmene là, con la musica (del nuovo Iron Maiden) in sottofondo (capolavoro!!), ad osservare il risultato finale, e facendo qualche considerazione sullo stato attuale della fotografia digitale e di come la maggior parte delle persone abbia dimenticato la bellezza di una stampa e il fatto che probabilmente sarà questo l'unico modo di far sopravvivere alcuni ricordi nel tempo.

L'odore dell'inchiostro che si asciugava, ha riempito velocemente il mio piccolo ufficio, facendomi sentire un "piccolo artigiano" della fotografia, e facendomi rimpiangere, e molto, il non aver potuto vivere il magico periodo della camera oscura, dei chimici, della carta fotografica e delle vaschette di sviluppo: quella era davvero magia e serviva tanta, tantissima competenza per fare bene il proprio lavoro. 

Nonostante questo, anche adesso, tra files e monitor invece che negativi e vaschette, è possibile distinguersi per competenza, bravura e alla fine dei conti, una bella stampa, sarà sempre lì per ricordarlo a tutti. La strada per diventare un bravo stampatore è assai lunga, difficoltosa e costosa, ma è una sfida che non disdegno di accettare.

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