// Sant Erasmo

Se non avete mai visto una festa di un patrono nel Sud Italia, non avete idea di cosa sia una festa patronale. A Parma, ad esempio, il 13 Gennaio è un giorno di festa, ci sono delle celebrazioni, delle attività particolari. ma è qualcosa di completamente diverso da una festa patronale così come sono solito concepirla.

Le spettacolari luminarie alla vigilia della festa.

Nella mia infanzia sono stato legato, vuoi per le origini di mio padre, vuoi per il periodo dell'anno particolarmente felice, a due feste in particolare: Sant Erasmo e la Madonna della Bruna. La seconda, con mio grande disappunto, cade sempre in un periodo in cui si era già in ferie mentre il santo patrono di Santeramo era molto più fortunato da questo punto di vista.
Tornare a casa e rivivere queste emozioni, con il senno di poi, con 16 anni in più sulle spalle e tutta una serie di altri fattori è stato come prendersi una secchiata di acqua in faccia; riscoprirsi grande e bambino allo stesso tempo, vedere come per alcune cose il tempo non passa mai, eppur tutto è cambiato. Una strana mescolanza di emozioni, quindi, quelle che mi hanno accompagnato nella due giorni santermana. 

Un madonnaro al lavoro.

L'evento, rovinato da un cattivo tempo, ha offerto spunti interessanti e momenti di riflessione su quanto lontane possano essere costumi e società appartenenti ad una stessa realtà nazionale.

La festa del patrono, a Santeramo, è il "leit motiv" trainante di un intero anno solare. tutto il paese vive, respira, gode del momento in cui si da il via alla festa, si accendono le luminarie (a mia memoria mai visto spettacolo più sontuoso) che anno dopo anno sanciscono il passare del tempo (ogni anno decorazioni diverse!!) e si parte... le strade si riempiono fino a notte tarda, tra bancarelle, carni alla brace, palloncini e venditori di ogni genere di inutilità e genere culinario. La gente, di qualsiasi età, vive e partecipa alla festa come un unico organismo. E' il momento delle giostre per i bimbi, di uscire con l'abito migliore per i grandi, di farsi vedere per i ragazzi. E' il giorno in cui il paese diventa la meta di tutto il vicinato, in cui tutti gli occhi sono puntati su tutto il paese, e nessuno vuol fare brutta figura.



Camminare, a 35 anni, tra queste emozioni e riscorprire che alla fine non è cambiato nulla è stato come viaggiare nel tempo. Anche molti volti di quando ero bambino erano ancora lì, quasi immutati dallo scorrere del tempo. E' stato bello, emozionante. Molto.



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