// Galeotto fu il cartello

Fotofestival di Montecchio Emilia: Il Paesaggio Assoluto di Luca Gilli.

Qualche giorno fa, evitando la confusione del giorno di chiusura del Fotofestival che coincide con la data in cui si svolge il mercatino dell'usato (meta di orde di fotografi e fotoamatori), sono andato a fare un giretto alla mostra del Fotofestival al castello di Montecchio Emilia. E' una tradizione che ormai si rinnova tutti gli anni e, bene o male, qualcosa di interessante, c'è sempre.


Islanda  © Luca Gilli


Quest'anno la mostra del piano terra era di Luca Gilli, autore di Cavriago (RE), con una serie di paesaggi dell' Islanda. Vuoi per il poco tempo a disposizione, vuoi per il finale di anno abbastanza turbolento, questa volta sono andato un pò a digiuno su chi fossero gli autori coinvolti (c'erano altri due piani di esposizioni) e così mi sono affidato alle informazioni reperite sul posto, nelle indicazioni didascaliche a corredo di ogni autore. 
Nel cartello di introduzione alla selezione "Islanda", appunto, si leggeva, molto chiaramente, tra le altre informazioni, che l'autore aveva modificato cromaticamente le sue immagini e utilizzato un "trattamento digitale mediante algoritmi speciali che utilizzano una funzione frattale unidimensionale... ". Quanti paroloni e che delusione... sono paesaggi finti allora!?

Ho iniziato ad osservare le varie fotografie esposte cercando di liberarmi dai pregiudizi, ma la sensazione di essere dinanzi a qualcosa di "finto" si era ormai impossessata di me.  Mi sentivo come quando, anni fa, scoprii che le bellissime foto di paesaggi con colori irreali che dominavano su tanti siti e riviste di media levatura erano, appunto, irreali.
In questo caso, tuttavia, la situazione si presentava in maniera diversa: semplicemente non osservavo dalla giusta prospettiva.

Per apprezzare bene quello che avevo difronte era necessario andare oltre il primo impatto, riconsiderare l'approccio alla fotografia dell'autore non come documentaristica (più vicina al mio concetto) ma, al contrario, come pittorica: cambiare, appunto "prospettiva", punto di vista (in tutti i sensi). 

Sotto questa luce, invece, la visione dell'autore diventa estremamente interessante, supportata ed esaltata ancora di più dalla qualità e dalle dimensioni delle stampe proposte. 
Liberata la mente dal concetto di trovarsi dinanzi ad un reportage naturalistico, o un tour virtuale dell' Islanda stessa, tutta la raccolta prende un valore completamente diverso. Gli scorci, i panorami, i paesaggi, i frammenti di panorama si caricano di un significato completamente diverso da quello che siamo soliti attribuirli. Ho percepito una esaltazione della Natura, della maestosità del Creato, indifferentemente dal luogo in cui erano state realizzate. A tratti sembrava di trovarsi su un altro pianeta, una altra dimensione con una consapevolezza sospesa a metà tra " il credulo e l'incredulo".
Anche la composizione di ogni singolo fotogramma appare studiatissima, come tanti quadri ispirati alla natura di un posto selvaggio: ecco, questa è la sensazione finale, non fotografie, ma quadri ispirati dalla potenza della Natura.

Tutta colpa del cartello quindi se la prima reazione era stata un pò negativa? Si. Probabilmente si, tutta colpa del cartello, perchè ormai è risaputo ed evidente che nessuna foto, in nessuna esposizione o pubblicazione, possa essere libera da post-produzione digitale e, allo stesso tempo, nessuno tanto ingenuo da credere che tale perfezione possa essere raggiunta, unicamente, in fase di scatto. D'altro canto, fornire informazioni basate su paroloni altisonanti è risultato, nel mio caso, controproducente, rischiando di distogliere l'attenzione dell'osservatore da quello che più conta: il fine dell' immagine stessa.

Il concetto di  "paesaggio assoluto" (così denominato dall'autore stesso) è quello di realizzare delle immagini (impossibili da ottenere, in questa maniera, direttamente dalla fotocamera) che non manchino di dettaglio in nessuna zona, che abbiano lo stesso livello di dettaglio in qualsiasi piano di profondità.
Le immagini realizzate da Gilli hanno tutte in comune questa, che definirei "democratica", prospettiva che  permette loro di essere ammirate indifferentemente da qualsiasi livello nella stessa: non è necessario procedere nell' osservazione procedendo dal primo piano verso l'orizzonte, ad esempio, poichè l'impressione generale è quella di trovarsi in una sorta di "altra dimensione" visiva in cui lo sguardo può vagare senza limiti ovunque.
Uno strano paradosso se consideriamo che questa nuova dimensione è ottenuta "schiacciando" la resa prospettica.

Nella realtà della vita di tutti i giorni, quando osserviamo con i nostri occhi, non possiamo vedere nello stesso modo qualcosa che è vicino e qualcosa altro che è più lontano con lo stesso dettaglio e la stessa precisione, contemporaneamente. Dobbiamo forzatamente muovere il nostro sguardo per poter passare da un piano ad un altro.
Nelle foto di Gilli questo è, invece, reso possibile mediante la sapiente post-produzione, e l'effetto finale è una immagine completamente 2d che sembra diventare tridimensionale (paradossalmente, tra l'altro, visto che uniformando i piani ci si aspetterebbe un appiattimento dell'immagine e non un maggior volume degli stessi).
Ma non solo: Paesaggio Assoluto perchè, allo stesso tempo, liberandosi delle costrizioni spaziali si libera anche di quelle temporali. Sono immagini, quelle proposte, che potrebbero provenire da un altro pianeta, da un altro mondo, senza che però perdano la loro grandiosità. Inalterato è il senso di stupore dinanzi alla Natura che provocano, in qualsiasi posto esse siano state realizzate. 
Assoluto, quindi, come una dimensione spaziale parallela alla nostra.

Affinchè tutto questo fosse chiaro sin da subito, però, sarebbe stato utile apporre una  semplicissima istruzione, in calce al cartello: si prega di osservare le immagini a non meno di metri 2/3 di distanza: senza questa piccola precauzione si rischia di essere travolti da immagini prive del loro reale valore estetico e soprattutto semantico, rendendole non funzionali per comprendere la visione dell'autore.
Come spesso succede, per vedere meglio bisogna... allontanarsi. (link)

Per comprendere meglio quanto detto vi invito a fare un giro sul sito dell'autore. osservando le immagini un un monitor l'effetto è molto evidente anche a distanza ravvicinata.

Luca Gilli - Islanda (click sul link per la gallery dell'autore) la mostra resterà aperta al pubblico presso il castello di Montecchio Emilia fino al 11/1/2015. 

Il mio consiglio è quello di andarci prima del giorno di chiusura, in modo da evitare gli stand del castello e avere tutto lo spazio possibile per potervi muovere e sperimentare l'osservazione da varie distanze e con assoluta calma e ... silenzio contemplativo.




Nota: La mia come sempre è una serie di considerazioni personali, basate sul mio background culturale e sul mio modo di concepire un opera fotografica.
I numerosi premi, presenze in collezioni museali importanti (vedi sito per maggiori info a riguardo) testimoniano il valore dell' opera di Luca Gilli in senso più assoluto.




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