// Cryptopsy - None So Vile (2025)

Come avviene per tante cose nella vita, ci sono gruppi musicali che, semplicemente, non possono essere compresi se non incrociati al momento giusto. Ne potrei elencare diversi, alcuni dei quali sono ancora in stand-by. Ed esistono quindi album che, se presi al momento sbagliato, possono passare inosservati o – peggio ancora – restare incompresi. E così, sulla base di questa premessa, lo ammetto candidamente, fino ad oggi non ero pronto per i Cryptopsy

Cryptopsy, 1996  - 2025 Season of Mist (ristampa)
 


Ricordo che anni fa un mio amico cerco di convincermi della grandiosità di tale formazione, ai tempi dell’uscita di And Then You’ll Beg, parlandomi in toni pomposi anche del loro precedente None So Vile come fossero qualcosa di assolutamente irrinunciabile, vitali quasi. Ecco, quello è stato il momento in cui, chiaramente con il senno di poi, io non ero pronto ed ho dovuto attendere oltre 20 anni per dovermi ricredere completamente.
L’occasione di redenzione per andare a ri-pescare dal passato questa pietra miliare è stata l’uscita del nuovo An Insatiable Violence che ha riacceso i riflettori, almeno per me, sulla band. Complice quindi il recente cambio di etichetta discografica che ha ristampato i vecchi classici del gruppo ho deciso di riportare la mia attenzione anche al passato della band. 

Il nuovo album è disponibile da pochi giorni



Alla luce di quanto detto fin ora, capirò perfettamente le obiezioni che chiunque, dopo anche ripetuti ascolti, potrebbe avanzare. None So Vile è spiazzante già per chi è avvezzo a certe sonorità, figuriamoci qualcuno che si interessa a tutt’altro; le urla animalesche, che nulla hanno a che spartire con una qualsivoglia forma tradizionale di “cantato”, sono sicuramente il primo scoglio da dover affrontare ed effettivamente è impossibile ribattere obiettivamente: le linee “vocali” (chiamiamole così) sono grugniti e latrati sostanzialmente incomprensibili (benchè ne esistano i testi e, in teoria vengano anche interpretati), vomitati da Lord Worm con una ferocia pari a quella di un essere primordiale incapace di esprimersi alttrimenti.


La sezione ritmica (ai tempi dell’uscita assolutamente fuori parametro!!) accompagnata da un guitar work impressionante si intreccia e sostiene tale ferocia erigendo un muro invalicabile di violenza sonora non descrivibile a parole (la prova tecnica da parte di tutti è superlativa e sottolineata da una produzione davvero perfetta per lo scopo). Più che l’impatto di un pugno in pieno stomaco, quindi, Non So Vile è come una sorta di ritmo primitivo e viscerale che ti sbudella dal di dentro. Sono passasi 30 anni (trenta!) dal rilascio di None so Vile e ancora oggi il tutto risulta ineguagliato per virtuosismo tecnico e ferocia. 




Nel momento in cui “si è pronti” per None So Vile ci si rende conto anche che non se ne potrà più fare a meno e ci si domanda - come nel mio caso - come sia stato possibile non averlo compreso prima e aver vissuto senza questo tassello (musicale) fin ora; eppure, lo ammetto, fino a l’altro giorno ero certo dell’esatto contrario. Mai stato più felice di cambiare idea su qualcosa!
Un immenso grazie quindi alla Season of Mist che, di recente, ha ristampato questo capolavoro e pietra miliare spartiacque generazionale per un genere forse inventato proprio da questi signori nel momento del loro stato di grazia.

Concludo con una riflessione per i meno estremisti in ascolto. Se pensiamo alla voce come ad una semplice strumento al pari di altri il “senso” cambia e così come anche in un opera lirica non si capisce un c...o di cosa venga cantato senza un libretto per seguire il testo, allo stesso modo le vocals qui costruiscono solo un’ ulteriore strumento per rappresentare sonoramente una rabbia interiore, primitiva e una violenza sonora altrimenti non manifestabile.
Non saprei come altro spiegarlo a parole, posso solo ribadire la mia espressione di “ommioddiocosastoascoltando” nel momento in cui, in piena consapevolezza, ho premuto per la prima volta Play sul mio player per lasciarmi travolgere da tale goduria. None so Vile resta inarrivabile per il 95% di tutto quello che ne è seguito in questi quasi 30 anni e, al pari di altri pezzi di storia estrema come uno Slaughter of The Soul, uno Skydancer, un Reign in Blood & Co sarà impossibile da rimuovere da questo status.

E se anche dopo queste ulteriori mie parole e “mea culpa” non ne capite la grandezza, tranquilli, potrebbe non essere ancora il vostro momento giusto. Continuate ad applicarvi, prima o poi, arriverà anche per voi. 


La formazione del 1996

Lord Worm Vocals (lead), Lyrics
Jon Levasseur Guitars
Éric Langlois Bass
Flo Mounier Drums, Vocals (backing)



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