// AF viso? Perfetto, quando MI serve.

Era da un po' che avevo in testa di scrivere due parole su questo argomento che ormai sembra essere diventato l'ago della bilancia nella valutazione globale di un sistema fotografico. 

Prima di iniziare la mia disquisizione che, ovviamente, rappresenta unicamente il mio pensiero e si lega al mio modo di fotografare e di affrontare certe situazioni, vorrei fare un passo indietro (anche qualcuno in più in realtà) e tornare con la mente a qualche anno fa. Ciclicamente il mercato trova dei “temi caldi” attorno cui costruire l'esigenza del momento per spingere le vendite: in primis fu la risoluzione a far da traino, poi venne l'autofocus, poi gli ISO etc. Man mano che la tecnologia si standardizza per tutti i competitors è necessario trovare nuovi argomenti per tenere alta l'attenzione e l'hype sui prodotti. 

 

In quest'ultimo periodo, quello che sembra essere il centro attenzione del mercato, è l'efficenza dei vari sistemi fotografici nel tracciare il viso dei soggetti continuando a tenerli a fuoco qualsiasi cosa accada all'interno della scena. 

 

 
 

Puglia, 2023 - Servizio di Ritratto in esterna con Marika Mangiatordi - Om System OM1


Per quanto mi riguarda anche questa corsa tecnologica è per il 90% figlia del marketing e in piccola parte di una reale esigenza operativa perché, come vi dirò a breve, abbiamo già ottime prestazioni già da diversi anni. 
Fino all'uscita della OM System OM1 non avevo mai preso in considerazione seriamente la possibilità di scattare i miei ritratti attivando il riconoscimento del viso (che per la cronaca fu “inventato” da Olympus ai tempi delle Camedia, in tempi non sospetti): il mio modo di fotografare non prevedeva tale approccio, preferendo l'uso del/dei punti singoli spostati a necessità sulla griglia o, nel caso di reportage (matrimoni, street, eventi in generale), un più classico approccio con fochegiamento al centro e ricomposizione del frame. 


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La mia E-M1X con riconoscimento viso attivato in una sessione in studio. la staticità del soggetto è solo apparente perché in realtà la posa è in continuo movimento


In realtà il tracking del viso si è rivelato una grande comodità in determinate situazioni che, per quanto mi riguarda, non sono quelle immaginate da molti.
Fotograficamente parlando, se penso a soggetti in situazioni dinamiche mi vengono in mente principalmente due situazioni: soggetto in movimento e fotografo fermo, oppure soggetto e fotografi in relativo movimento.
La comodità del tracking, per me (e qui torno a sottolineare la mia asserzione fatta in apertura), sta proprio nel permettermi di NON modificare l'inquadratura mentre il mio soggetto si muove: in caso contrario, se devo seguire il soggetto inquadrandolo costantemente con la fotocamera in movimento, non sento la necessità di usare il tracking ma solo di un buon AF-C.  

 



Ritratto in sala posa luce flash - Modella Chiara Cantoni - OM System OM1


Trovo quindi il riconoscimento del viso incredibilmente utile nelle mie sessioni di ritratto dove, sgravato dall'attenzione nel focheggiare correttamente, posso dedicarmi completamente a interagire con il mio soggetto, con la certezza che sarà sempre a fuoco e ben illuminato poiché si starà muovendo nell'inquadratura e nello schema di luce che  ho già scelto o impostato precedentemente.
Si, è proprio così! Trovo il massimo della comodità dell'uso del riconoscimento viso/occhio quando la fotocamera è ferma (sul treppiede) o mantenendo una inquadratura costante a mano libera: in questo modo elimino il 99% dei tagli involontari ed altri piccoli errori di inquadratura concentrandomi pienamente solo sulla gestione del mio soggetto.

L'efficienza della OM System OM1, in questa situazione, si è rivelata da subito ottima, con una percentuale vicina al 100% di scatti perfettamente a fuoco. Certo, dalla punta di diamante della gamma non è difficile aspettarsi da meno di questo risultato ma è a questo punto che è successa una cosa molto interessante.

Backstage di un recente servizio, realizzato sempre con riconoscimento viso attivo (OM! e EM1X)
Modella Martina Agostino  - video Mariasole Barazzoni


Una volta acquisita e metabolizzata questa tecnica, ho iniziato a utilizzarla, quasi senza pensarci, anche sui miei corpi-macchina meno recenti e con risultati sono stati molto buoni! L'AF con riconoscimento-viso funziona correttamente anche su EM1X e OM-5 (con qualche incertezza in più rispetto all'ammiraglia più recente ma comunque con un altro tasso di successo).

In condizioni ottimali – e da fotografo sono sempre le uniche condizioni che creo o ricerco – il riconoscimento-viso/occhio non ha quindi mai avuto grossi problemi con nessuna delle mie fotocamere: l'aumento del numero di punti di MAF e la maggior velocità di calcolo dei più recenti processori di immagine hanno ovviamente migliorato il tutto ma posso affermare che ormai lo utilizzo sempre senza alcun problema su tutte le mie fotocamere.



Ritratto in studio in luce LED - Modella: Fabiana Mondo - Olympus E-M1X


Quando realizzo i miei ritratti amo “costringere” il mio soggetto in uno schema ben definito e formato dalle luci, dagli oggetti di scena e dal punto di ripresa: all'interno di questa "gabbia" pre-definita posso concentrarmi sul cogliere gli attimi, i movimenti e variazioni repentine di espressioni o gesti. Chiedo al soggetto di mantenere un costante movimento e in questo schema prendono vita i miei scatti. Da questo punto di vista il riconoscimento-viso ha davvero cambiato la mia fotografia permettendomi di dedicare la mia attenzione attenzione ad altri fattori importantissimi.


Un estratto di una sequenza del servizio con Fabiana.
Tute le foto sono perfettamente a fuoco sul viso - Olympus E-M1X





Per quanto riguarda esigenze d'uso  differenti, credo sia necessario capire, prima di tutto, se è davvero questo il modo corretto di affrontare una scena: se ad esempio il mio soggetto si muove rapidamente e anche la mia inquadratura deve fare altrettanto per poterlo seguire ed inquadrare correttamente, trovo molto più comodo agganciare e ricomporre al volo (alla vecchia maniera, per intenderci): definisco l'area entro cui far lavorare l' AF regolandola in base alle dimensioni del soggetto e scatto, spostandola a necessità con lo stick.



Ritratto in esterna - modella: Michela Spampinato - OM System OM-5

 

Nei momenti cruciali di un reportage, parlando da fotografo professionista, non mi sono mai affidato (e nè intendo farlo) a nessun automatismo: un AF affidabile è sempre stato l'alleato migliore in quanto mi lascia padrone della scena e unico colpevole in caso di eventuali errori.
Lì dove ho necessità di comporre con calma, di rallentare e far soffermare il mio sguardo su altri dettagli, il riconoscimento automatico del viso mi viene in aiuto in maniera molto efficiente, offrendo una nuova opportunità al mio fotografare; in tutti gli altri casi non lo prendo neanche in considerazione. 

Tutte le fotografie presenti sono di Ugo Baldassarre e realizzate con AF-C Viso attivo con fotocamere Olympus E-M1X, OM System OM-5 e OM-1

NOTA FINALEQuando iniziai a scrivere questo blog, tanti anni fa, volevo condividere la mia passione e il mio entusiasmo con i lettori e in questa ottica continuo a condividere le mia esperienza su queste pagine virtuali, conscio che le mie esigenze non sono quelle di tutti.
Con questo post non voglio quindi dimostrare nulla in maniera assoluta ma vorrei porre l'attenzione sul fatto che sarebbe meglio ascoltare le proprie esigenze ed affidarsi alle proprie valutazioni sul campo per godere o meno appieno delle caratteristiche di un prodotto.


WWW.UGOBALDASSARRE.COM



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