// Quanto postprodurre un ritratto?

La post produzione serve ancora? E quanta ne serve nel ritratto? Sono domande complesse che non sempre trovano una risposta univoca.
Se per post-produzione intendiamo un qualsiasi intervento di miglioramento della nostra immagine allora, decisamente, si, le immagini vanno post-prodotte (anche perchè se non prendiamo noi certe decisioni le prenderà un qualche algoritmo del motore di conversione jpeg della nostra fotocamera o del nostro software), pertanto affermiamo che sicuramente un minimo di ottimizzazione è da tenere in conto.

Se per post produzione però intendiamo uno stravolgimento della struttura del soggetto, modifiche alla fisicità, connotati etc allora la risposta diventa molto più complicata e molto meno scontata. In realtà, a ben vedere, più che la risposta andrebbe riformulata la domanda: “che fotografia voglio fare?” “che fotografo voglio essere?”.  

Giulia, durante un mio model sharing di questa estate


Con la tecnologia che avanza sempre di più, con Ai sempre più evolute che riescono ad elaborare se non addirittura creare autonomamente dei visi perfetti, delle posture spettacolari e illuminazioni da set hollywoodiano , in maniera sempre più credibile e rapida, ho iniziato pian piano, nel corso degli ultimi mesi, a rivedere completamente il mio approccio nel fotografare le persone.
Mi sono domandato: se ormai tutti sono in grado di modificarsi e rendersi belli e piacenti con pochi click e non è quindi la ricerca del “ritocco” quello di cui necessitano, in che cosa posso distinguermi nel mio fotografare? 

 

Fiby, giovanissima, posa per la prima volta per un fotografo



Tutto attorno a noi sta diventando finzione. Vite finte , spacciate per reali sui social; corpi e visi manipolati per apparire diversamente, protendendosi a ideali di bellezza pericolosamente stereotipati; perchè aggiungere ulteriore finzione in tutto ciò?
Come tante fasi evolutive importanti che vedono nel togliere e nel semplificare la proprie parole chiavi, anche la mia fotografia di ritratto si sta snellendo, si sta liberando di certi artifizi digitali e inizia a puntare in una direzione più fotografica, per l'appunto. 

Giulia, 2022


Il ritratto è una disciplina molto ampia e giustamente include molti approcci e molte tecniche, analogiche e digitali che siano, passando anche per un mix delle stesse senza limiti alla creatività: non è certo mia intenzione - anzi - esprimere giudizi su quale approccio si debba avere o quali tecniche creative utilizzare per dar vita alle proprie visioni e interpretazioni; semplicemente, pensando al me fotografo, vedo nel rapporto che riesco a creare tra la macchina e il mio soggetto il focus del mio lavoro di fotografo ritrattista.
In fin dei conti, se ho scelto la fotografia come mezzo espressivo e non il digital painting o il disegno o la pittura è proprio perché credo nell'importanza intrinseca dell'atto del fotografare come testimonianza e non solo riproduzione o base per un interpretazione.

Fiby, 2022



Tra l'altro, sempre più spesso, quella di non subire manipolazioni è una richiesta che arriva proprio da parte del cliente: un po' come dire “se devo mentire, ci penso da sola, vorrei invece qualcosa di diverso da te”.
E questo mi fa molto piacere. 

 

Giulia, 2022



Nelle foto a corredo di questo post le bellissime Giulia e Fiby, immortalate in luce naturale e con la massima semplicità e una post produzione davvero minima.

Tutte le mie foto sono realizzate con sistema fotografico Olympus/OM System

 

 

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