// La relativa importanza della Regola dei Terzi

Fin dal nostro primo manuale, corso, consiglio ricevuto, è stata inculcata in noi la certezza che la Regola dei Terzi sia la base della fotografia e, allo stesso tempo, l'unico modo per creare una foto accattivante e meglio digeribile per il nostro sguardo.




L'errore di fondo sta nel fatto che quasi sempre viene "venduta" come IL modo per valorizzare il soggetto: posizionando il nostro soggetto di maggior interesse in uno dei 4 punti di intersezione, questo dovrebbe assumere importanza rispetto al resto.
Non è proprio così, anzi, è l'esatto contrario.


La massima importanza che possiamo dare ad un soggetto la otteniamo posizionandolo nel centro del fotogramma. Unico, solo, protagonista. 
Il suo decentramento serve, piuttosto, a aprire lo sguardo sul resto dell'immagine, se ve ne fosse bisogno (e non sempre è necessario).

Vedo e conosco tantissimi che si fermano a questo tipo di "conoscenza" compositiva. Intersezioni, linee  e stop, la composizione fotografica finisce qui. 
Eppure osservando i grandi reportage, le foto dei maestri, salta subito all'occhio che c'è dell'altro.


Una appplicazione classica della Rule of Third. Ma non è solo questa la forza di questa immagine.


Poche volte, ad esempio, si fa caso alla Composizione per Cromie.
Se il nostro scopo è quello di creare un percorso visivo per il nostro osservatore attraverso la nostra immagine prodotta, l'uso del Colore ha un impatto fortissimo.


Senza modificare alcuna disposizione, la semplice attenuazione del rosso restituisce importanza al protagonista.



Ci sono colori che, automaticamente, catalizzano l'attenzione, ovunque si trovino nel fotogramma, spostando il "peso" compositivo dello stesso. Il rosso, ad esempio, non perdona. Inserita un bidone o una auto rossa per sbaglio nel fotogramma e, a meno che il vostro soggetto non sia più grande e/o dello stesso colore (o peggio), la prima cosa che vedremo, sarà il ROSSO.
Quindi la presenza o meno di determinati colori, la loro sovrapposizione, il loro susseguirsi nel nostro fotogramma, creano una composizione.

Lo sguardo dell'osservatore viene catturato dal viso (zona luminosa) ed imprigionato tra il rosso in alto contrasto con lo sfondo. Mc Curry è un maestro del colore.


Anche le luci e le ombre guidano, in maniera molto potente lo sguardo dell'osservatore su percorsi completamente differenti rispetto a quelli delle diagonali o dei punti di intersezione della "sezione aurea".
Noi, umani, siamo attratti prima dalla luce che dal buio. Una piccola zona luminosa vince sul buio: non è un caso che i bianchi "bruciati" siano sempre una delle problematiche da dover gestire con più attenzione. 

Ecco un esempio di PostProduzione orientato al miglioramento della gestione della luce


E tutto questo, esattamente come la possibilità di "croppare", restituendo un aspetto più armonioso alla nostra immagine, lo possiamo gestire e migliorare in fase di postproduzione, attenuando leggermente colori troppo invadenti, gestendo con attenzione le zone di luce e ombra.



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