// Parliamo di Street Photography ?

Street Photography. Due parole che significano tutto e significano niente. 
Eppure dovrebbe essere il modo di intendere la fotografia nella sua maniera più genuina. La strada e la fotografia. La prima, da sempre specchio della nostra società; la seconda, strumento privilegiato da tantissimi per dare un punto di vista fresco ed immediato (oppure lento e ragionato).



La mia domanda è: perchè cercare di imbrigliare, costringere, definire questa Street Photography (da adesso in avanti solo "street") in un univoco modus operandi?
Sto leggendo da diverse settimane a questa parte, da parte di diversi autori, quotati, delle sorte di "regole" per fare una buona street  che, altrimenti, non si dovrebbe definire tale.



C'è quello che difende assolutamente la qualità del soggetto, quello che dice che senza una una perfetta tecnica di composizione è inutile, quello che sostiene che il soggetto deve essere non conscio della presenza del fotografo e quello che dice l'esatto contrario...
Mi pare chiaro come ci siano tanti, tantissimi approcci alla faccenda, esattamente come tantissimi sono i motivi che possano spingere qualcuno a prendere in mano una macchina fotografica. 


Il punto cruciale della storia, a mio avviso, è che la Street, avendo come argomento il "contemporaneo" non assume subito quello status di documentazione e fascino che le immagini di qualche decade fa portano con sè. 

Mi viene da riflettere, inoltre, sul fatto che è una forma di espressione senza un committente: è puro istinto fotografico dell'autore.
Se faccio un ritratto cerco l'approvazione del soggetto ritratto o del committente; se eseguo un reportage o un matrimonio devo soddisfare delle richieste e delle aspettative; se faccio fotografia commerciale o svolgo incarichi su commissione, ho comunque sempre qualcuno a cui dovrò rendere conto e che dovrà stabilire se il lavoro ha soddisfatto le aspettative o meno. In pratica, ho sempre un riscontro immediato di quanto fatto e indizi per correggere il tiro. 




Se esco con la mia macchina fotografica pronto a guardarmi intorno, a raccontare il mio "mondo" non ho nessuno che ha delle pretese o aspettative, a parte io stesso, e se permettete lo faccio come pare a me. :)

Sono foto che faccio per me, che condivido perchè piacciono a me, e non mi aspetto che piacciano ad altri, non sono fatte con l'intento di piacere ad altri. Perchè quindi la "mia" fotografia in strada sarebbe sbagliata?
Tantissimi fotografi, adesso considerati "seminali", non sono stati neanche capiti al loro tempo. E' stato il tempo a dar ragione del loro impegno quotidiano, del loro raccontare senza alcuna velleità artistica. 


Io credo che se nella street ci sia la strada, e con essa i suoi personaggi, i suoi messaggi, la sua vita, non ci sia nulla di male del definirsi street photographer. 
L'importante, come sempre è sapere chi si è, e cercare di migliorare la propria cultura personale per poter elevare il proprio livello di racconto e la propria visione.
Ho già affrontato, credo, altre volte il discorso del proprio pubblico: una fotografia, come qualsiasi messaggio di comunicazione, è recepita in maniera diversa a seconda del livello culturale del proprio pubblico (o presunto tale, non dimentichiamoci che tanti, troppi, fingono una cultura che in realtà è solo riflessa).

Credo che in definitiva Coerenza e Continuità siano la chiava di tutto. Fotografare a proprio modo, costantemente e coerentemente con la propria visione del mondo, le proprie necessità non possono che portare a buoni risultati. 



E si, mi piace fotografare la signora che torna a casa con la spesa attraversando a passo svelto un lungo piazzale, simbolo di energia e voglia di essere viva ancora, mi piace fotografare la vita anche banale di tutti i giorni, perchè tra qualche anno potrebbe non essere così banale vedere persone su una panchina a leggere il giornale, mi piace tutto quello che mi circonda perchè fondamentalmente mi piace chi sono, dove sono e cosa sono. E credo che nessuno abbia il diritto di dire che questo sia giusto o meno e credo che gesti che oggi siano scontati, domani potrebbero non esserlo più.
ATTENZIONE: non sto dicendo che basti uscire a fare click per fare BUONA fotografia. Sto dicendo che per me è street è qualsiasi approccio alla strada fatto con "costanza e coerenza". Sicuramente ci sono autori incredibilmente abili a coniugare forma, tempismo e messaggio, altri meno... ma non è questo quello che sminuisce l'impegno dell'uno e dell'altro nei confronti di un genere talmente vario e ampio (come lo è la vita e la società stessa).

Sicuramente la street deve riguardare noi, la nostra vita, il nostro essere, il nostro quotidiano. Cose che ci riguardano, che conosciamo, che sono nostre. Meglio il parchetto sotto casa che il mercato del i quartieri poveri indiani... realtà lontane che non comprendiamo se non per il momento in cui ci fingiamo reporter d'assalto.

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